ALMAS EN JUEGO - Documentare l’amore che salva
Documentario fatto di sguardi e confessioni, "
Almas en Juego" di
Ilaria Jovine racconta storie di vite salvate da altre vite, amori vissuti nonostante la distanza e le difficoltà quotidiane del trovarsi e del rinascere.
Si entra fin dalle prime battute del film dentro la vicenda dolorosa delle vite di Diana e Nicola e di un bambino che legge la favola di "Pinocchio", per poi arrivare a paesaggi, musica latino americana e tanti ricordi. Si toccano un immaginario e delle tematiche sulle quali la tv spazzatura di oggi ha costruito tutta la sua deleteria influenza, ma la regista qui ha un tocco delicato e sapiente che porta subito lo spettatore verso un racconto sincero e appassionato, lontano da qualsiasi sospetto di pietismo da share televisivo.
Inizialmente le inquadrature sono molto strette sui volti dei personaggi, quasi come se la regista volesse entrare nella mente stessa di chi parla, mentre si raccontano i passati strazianti di esistenze che ancora non si sono sfiorate. Tutto si svolge tra la Colombia e l’Italia: lui ha avuto una storia con una prostituta, lei ha avuto un bambino con un uomo che dipende dalle droghe e la maltratta. Un giorno i due si incontrano su una chat, lei è tornata in Colombia e l’uomo abita ancora nel Lazio ma la cerca e le scrive tutti i giorni. Dall’incontro virtuale si passa poi all’amore vero. I due si innamoreranno e vivranno uniti, felici e contenti, lasciandosi alle spalle le loro storie dolorose.
La regista si avvicina con delicatezza ed empatia ai protagonisti della storia, riuscendo benissimo a raccogliere e a riportare sullo schermo le parole che le sono state generosamente donate dai suoi “attori”. La Jovine accompagna le interviste degli adulti con la lettura di Pinocchio che immerge la vicenda in un sapore quasi favolistico e surreale, con animazioni che punteggiano gli intermezzi di lettura della favola di Collodi.
Le storie vere si mescolano alla fantasia in un film molto emozionante e sincero. Buone le scelte musicali e gli stacchi in piano sequenza di viaggio nelle ambientazioni colombiane. La tv dovrebbe prendere spunto da questo tipo di approccio linguistico alle storie per migliorarsi e farci migliorare come spettatori.
17/03/2014, 20:53
Duccio Ricciardelli