GIOVANNI BOSCO - Una mente vulcanica e selvaggia
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Giovanni Bosco, Dottore di Tutto" è un interessante documentario sull'artista siciliano
Giovanni Bosco (1948 - 2009), pittore naif che si esprime con tele potenti ed evocative di una vita dolorosa ma piena di avventure. Lo stile del pittore Bosco si avvicina a quella che Jean Dubuffet ha definito teoricamente come "art brut", cioè una pittura fatta da persone che non hanno fatto un percorso regolare da artista, in accademie e corsi istituzionalizzati, ma che hanno usato questa forma espressiva come semplice necessità vitale.
Giovanni Bosco è figlio di un pastore, vive la sua infanzia felice ma povera accanto al padre ma alla sua morte per il bambino, rimasto orfano inizia il calvario della solitudine e della sofferenza. Giovanni un giorno viene fermato ad un posto di blocco dalle forze dell'ordine che gli trovano in macchina delle pecore rubate che non gli appartengono. Lui sorridendo dice all'agente che quelle sono salite da sole e che lui non ne sa niente. Quel furtarello gli fa fare degli anni di galera, poi di manicomio e alla fine lo porta alla follia e all'emarginazione sociale.
Il pittore vedrà anche l'uccisione dei suoi due fratelli, avvenuta a causa di un furto di auto. Il video del collettivo
ZEPstudio si svolge tutto a Castellamare del Golfo, in Sicilia, pochi anni prima della morte del pittore, che è avvenuta nel 2009. Interessante l'uso di una forma video molto leggera e molto poco ortodossa, a spalla, con una fotografia sgranata e un montaggio molto vivace, abile nel raccontare le ossessioni e i colori accesi del pittore siciliano. Lo spettatore entra con facilità nel mondo unico di Bosco, un universo fatto di frasi sconnesse ma piene di poesia, figure di fantasia e volti inventati che lui dipinge per le strade del suo paese ma anche su qualsiasi superficie riesce a trovare a portata di mano.
Bellissima la risposta del pittore alla domanda che gli viene posta su Dio: "Dio è come uno di questi miei pupi dipinti, non esiste".
Giovanni Bosco è un artista anarchico e libero da qualsiasi costrizione critica o stilistica, lui sfoga la sua sofferenza del passato in queste tele fantastiche e il documentario entra sapientemente nel suo studio - abitazione per capirlo soprattutto come essere umano. Altra perla del nostro dottore di Tutto e di Niente che dice sorridendo: "
Quello che mi piace più di tutto è dipingere questi pupi e fumare". E intanto si accende un'altra sigaretta.
08/12/2014, 08:00
Duccio Ricciardelli