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L’anteprima nazionale di “Fino a qui tutto bene” a Firenze


L’anteprima nazionale di “Fino a qui tutto bene” a Firenze
L’anteprima nazionale al pubblico del film “Fino a qui tutto bene” di Roan Johnson, si terrà a Firenze, domani, mercoledì 18 marzo, al cinema Fulgor (ore 20.30, ingresso 5 euro) alla presenza del regista e degli attori Melissa Bartolini e Paolo Cioni. Un evento organizzato in collaborazione con Quelli della Compagnia FST. Il film, vincitore del Fondo Incoming di Toscana Film Commission, distribuito da Microcinema uscirà nelle sale italiane il 19 marzo.

Il nuovo film di Roan Johnson girato a Pisa e dintorni racconta l'ultimo weekend di cinque ragazzi nella casa in cui hanno studiato e vissuto durante gli anni dell’università, tra il confronto con la vita adulta, le scelte che cambiano la vita, e i ricordi del passato. Interpretato da Alessio Vassallo, Paolo Cioni, Silvia D’Amico, Guglielmo Favilla, Melissa Anna Bartolini con la partecipazione di Isabella Ragonese.

Vincenzo, Paolo, Ilaria, Andrea e Francesca hanno condiviso una casa dove si sono consumati sughi scaduti e brevi amori, nottate sui libri e feste fino all'alba, invidie, gioie, amori e amicizie. Ma quel tempo di vita così acerbo, divertente e protetto sta per finire, e i cinque dovranno assumersi le loro responsabilità. Prenderanno direzioni diverse, andando incontro a scelte che cambiano tutto, chi rimanendo nella propria città, chi partendo per lavorare all'estero. Il racconto degli ultimi tre giorni di cinque amici che hanno condiviso il momento forse più bello della loro vita, di sicuro quello che non scorderanno mai.

"E' un film bellissimo - ha detto il regista Paolo Virzì del film durante un incontro pubblico con Johnson all’Università di Pisa - che merita attenzione perché è pieno d'amore, di struggimento, di vita e di melanconia. Ma è anche un film forte e speranzoso. Racconta quella stagione della vita al crinale tra l'adolescenza e l'età adulta. E' un piccolo capolavoro".

“Nel 2013, l'Università di Pisa mi chiede di fare un documentario e mi sorprendo ad ascoltare ragazzi che, anziché lamentarsi per la crisi, hanno un atteggiamento di sfida. Di rilanciare, piuttosto che arrendersi – spiega il regista Roan Johnson – Per questo, quando ci è venuta l'idea per raccontare la fine di quel periodo protetto e acerbo, anziché seguire il classico percorso che ci avrebbe portati a sentirci dire che avremmo dovuto aspettare, che i soldi erano finiti, che avremmo dovuto scendere a compromessi produttivi, abbiamo deciso di fare da soli, di non arrenderci, di puntare in alto”.

17/03/2015, 12:23