DOBBIAMO PARLARE - Rubini e Bentivoglio a Torino


I due attori incontrano il pubblico del cinema Romano


DOBBIAMO PARLARE - Rubini e Bentivoglio a Torino
Rubini, Bentivoglio e Ventavoli
Ospiti della storico cinema Romano e di Lorenzo Ventavoli (che li ha accolti citando Cesare Pavese e lodando il loro lavoro di attori e autori), Sergio Rubini e Fabrizio Bentivoglio hanno presentato al pubblico di Torino il loro ultimo film, "Dobbiamo parlare", diretto dallo stesso Rubini (nel cast anche Isabella Ragonese e una bravissima Maria Pia Calzone) e in uscita in sala da giovedì 19 novembre.

"In questi giorni difficili - ha esordito Rubini prima della proiezione, ricordando i recenti attentati di Parigi - è importante uscire di casa, continuare a vivere, e sono contento ancora di più di aver fatto un film come questo, una commedia che fa ridere".

Al termine del film molte le domande e le curiosità rivelate dai due co-protagonisti. "Ho rischiato - ha proseguito il regista - di fare un film contro l'amore, perché la coppia davvero innamorata del mio film è quella che alla fine rischia di più lo scioglimento, mentre i due che non si amano resistono meglio, sono meno esposti. Per questo ho aggiunto la storia dei pesci, che apre e chiude il racconto, per dire che l'amore esiste, eccome, ma nella vita poi tutto si complica... L'amore da solo non è più sufficiente per restare insieme".

Dal pubblico qualcuno sottolinea come il film ricordi alcune commedie francesi... "Se uno pensa al nostro passato - risponde Rubini - i francesi facevano film d'amore, ma le loro commedie non ci piacevano, noi eravamo i re del genere. Poi, negli ultimi anni, la loro commedia ha dilagato in Italia: mi fa piacere in un certo senso che lo accostiate a loro, pur avendo al suo centro un personaggio profondamente da commedia all'italiana come quello di Fabrizio. Io non volevo assomigliare a nulla scrivendolo: fare un film è talmente faticoso che non ne varrebbe la pena, è come attraversare le montagne per andare a scuola e poi una volta lì copiare il compito. Io voglio fare cose che siano mie, spero che riesca a parlare a chiunque, credo nel potere comunicativo del cinema".

Il ruolo dell'intellettuale è affidato a Rubini, quello del rozzo medico a Bentivoglio. "In un altro momento delle nostre carriere probabilmente avremmo invertito i ruoli - spiega ancora Rubini - ma abbiamo deciso così. Abbiamo anche fatto sei giorni di prove aperte davanti a un pubblico, e questo ci ha aiutato moltissimo nel costruire i personaggi e i loro rapporti. Ci siamo messi in gioco, e per noi questo ha significato anche ringiovanire".

Può esistere un futuro teatrale per questo film? "Sì, è nato a teatro e lì tornerà", ha rivelato Bentivoglio. "Abbiamo scelto i ruoli così per spiazzare il pubblico, avremmo potuto anche invertirceli, ma sarebbe stato un film diverso, e a noi piace molto di più così, come lo abbiamo fatto. Sia io sia Sergio veniamo dal teatro, è il nostro ambiente naturale: delle prove di tipo teatrale hanno nutrito il film, cambiandolo inevitabilmente, e ora torneremo sul palco".

"È chiaro - ha concluso Bentivoglio - che pensando a quello che sta succedendo in questi giorni, se voi prendete il titolo come un'esortazione, e non come una frase che dice una moglie a un marito, l'unica cosa che possiamo fare per capire è parlarci, ma è importante che cosa ci diciamo, come lo diciamo, e le parole che utilizziamo".

17/11/2015, 09:40

Carlo Griseri