Fondazione Fare Cinema
!Xš‚‰

FdP 56 - L'INFINITA FABBRICA DEL DUOMO, fabbricare in grande


FdP 56 - L'INFINITA FABBRICA DEL DUOMO, fabbricare in grande
"O mia bela Madunina che te brillet de lontan, tuta d'ora e piscinina, ti te dominet Milan". Nonostante la nota canzone degli anni '30 la definisca "piscinina", la statua della Madonna che troneggia a oltre cento metri sul Duomo di Milano è tutt'altro che piccolina, con i suoi quattro metri e sedici di altezza e novecento chili di peso.

A raccontare la storia di una delle più importanti e suggestive costruzioni italiane è "L'infinita fabbrica del Duomo" di Massimo D'Anolfi e Martina Parenti, che accompagna lo spettatore in un viaggio che ha avuto il suo inizio nel 1386 e che ancora non ha visto la parola fine.

Dalle cave di marmo agli archivi, dalle botteghe alle sagrestie, nel bel documentario della coppia di autori l'artigianato si mescola alla storia, in un convincente esempio di cinema del silenzio, in cui le voci umane risultano perfettamente inutili se a raccontare bastano le semplici immagini, i rumori, i silenzi.

Silenzi che circondano file di vecchie statue, qualcuna solo sporca, qualcun'altra ormai senza un pezzo di volto, tutte numerate e al buio, come anime del purgatorio in attesa di essere riconsegnate alla luce.

Un film convincente, che con estrema eleganza e leggerezza, restituisce perfettamente l'imponenza di un luogo simbolo eretto grazie ad esempi di nobiltà, vedi Napoleone che volle farsi incoronare Re d'Italia, e di miseria, con le spontanee donazioni di migliaia di poveri, proprio quella gente "che vive in catapecche e costruisce cattedrali". Ma purtroppo, come già accaduto agli altri film di D'Anolfi e Parenti, nonostante le partecipazioni e i premi ottenuti in importanti festival internazionali, al momento attuale anche "L'infinita fabbrica del Duomo" non sembra destinato alle sale...

28/11/2015, 21:00

Antonio Capellupo