PMgFF15 - "I ricordi del fiume", prima e dopo il Platz


Anteprima piemonte dopo gli applausi a Venezia per il documentario di Gianluca e Massimiliano De Serio


PMgFF15 -
I ricordi del fiume
I ricordi del fiume è un viaggio in un luogo sconosciuto, lungo i cunicoli stretti di una baraccopoli, diretti da un Purgatorio sovraffollato verso un Inferno disabitato, accompagnati in entrata e in uscita da un Virgilio bambino, attraverso un soffocante labirinto di costruzioni di cui alla fine restano solo rottami e desolazione.

Con un lavoro quotidiano durato un anno e mezzo, i gemelli Gianluca e Massimiliano De Serio mostrano l'evoluzione del campo nomadi di Lungo Stura Lazio - a Torino - detto 'il Platz', dall'annuncio del suo progressivo smantellamento fino al completo abbattimento. La loro camera regala uno sguardo privilegiato su un mondo che vive ai margini e sui suoi abitanti che non conosciamo (non vogliamo conoscere). Ridotta la distanza che ci separa, li osserviamo in una quotidianità fatta di relazioni (non esiste completa solitudine nel campo) e semplici gesti, che in alcuni casi diventano memorabili.

L'opera 'immersiva' lavora - certo - sulla modalità di riproduzione degli spazi, ma soprattutto dei tempi: concedere allo scandire della narrazione di dilatarsi fino a coincidere con il ritmo della realtà può stranire, ma passare minuti ad osservare un bimbo pedalare sulla cyclette mentre osserva il traffico fuori dal suo mondo scorrere come su uno schermo televisivo, o una bambina cantare più ninne nanne alla sorellina, aiuta a eliminare il filtro tra osservato e osservatore (o meglio, fruitore dell'osservazione).
Seguendo ogni momento del progressivo smantellamento del Platz, i registi diventano - così - parte del contesto e dopo più di due ore di visione riescono a trasmettere la stessa sensazione anche allo spettatore; ciò che all'inizio incuriosisce alla fine è diventato familiare, quasi naturale.

Tra immagini che si soffermano sul particolare (mani, volti, angoli di stanze che sono poco più di un angolo) come sul generale (il fiume che scorre attraverso le stagioni, la distesa di baracche, il traffico esterno) la luce si alterna tra estrema oscurità e accecante luminosità, espressione dei chiaroscuri che caratterizzano ogni realtà, a volerla conoscere.

12/03/2016, 11:48

Sara Galignano