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Dal 7 all'11 maggio la nona edizione di Nuovo Cinema Israeliano


Dal 7 all'11 maggio la nona edizione di Nuovo Cinema Israeliano
Dal 7 all’11 maggio 2016 presso Spazio Oberdan, Fondazione Cineteca Italiana e Fondazione CDEC Onlus (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea), in collaborazione con il Centro culturale Pitigliani di Roma, organizzano la nona edizione della rassegna Nuovo Cinema Israeliano, a cura di Nanette Hayon e Paola Mortara della Fondazione CDEC.

Quest’anno in programma una serie di titoli che ben rispecchiano le attuali tendenze della cinematografia israeliana. Un cinema a 360°, per stili e tematiche, con commedie, drammi a sfondo psicologico e documentari sul presente e sul passato.

In calendario tre commedie che riflettono sulla realtà israeliana: Zero Motivation della regista esordiente Talya Lavie è una commedia sul mondo militare femminile che ha riscosso un enorme successo in Israele e all’estero; "The Farewell Party", diretto da Sharon Maymon e Tal Granit, attraverso il linguaggio originale della commedia nera affronta il tema dell’eutanasia; "Kicking out Shoshana" di Shay Kanot, commedia brillante che prende di mira molti stereotipi - agenti sportivi, paparazzi, ebrei ultraortodossi, travestiti, drag queen, omofobi - nel segno di una nuova tolleranza.
Tre drammi pongono domande sulla religione e sull’educazione: "The Kindergarten Teacher" di Nadav Lapid, un film complesso sul mondo dell’infanzia e sulla scuola, in cui un bambino “poeta” sostenuto con sincera passione dalla sua insegnante dovrà riappropriarsi della sua infanzia; "Vice Versa" di Amichai Greenberg, melodramma tratto da un controverso racconto di Yehoshua Greenberg che tratta il tema della malattia e della religione; "Mountain" di Yaelle Kayam, anche lei regista esordiente, film sorprendente su una donna madre di famiglia che vive insieme al marito, insegnante ortodosso, in un cimitero sul Monte degli Ulivi che di notte si trasforma in un mercato del sesso.

Tre documentari affrontano poi la cronaca israeliana attraverso vicende personali, in cui i protagonisti tornano sulle tracce della propria storia famigliare: Hotline di Silvina Landsmann, in cui la regista ha seguito da vicino le attività di una ONG, entrando persino nelle aule del tribunale, per comprendere le dinamiche e la burocrazia che devono affrontare oggi i rifugiati; "Rinascere in Puglia" di Yael Katzir riporta un gruppo di donne israeliane nel sud Italia, dove dopo la guerra le loro famiglie erano state accolte prima di prendere il mare per Israele; "Farewell Herr Schwarz" di Yaelle Reuveny racconta una storia incredibile, che unisce due famiglie in Germania e in Israele, rivelando come il destino ha cambiato il corso delle loro vite.
Infine un documentario italiano: "Il Ghetto di Venezia, 500 Anni di Vita" di Emanuela Giordano, racconto originale che attraverso l’animazione, il teatro, le interviste ai protagonisti della vita ebraica della Serenissima, narra la storia del più antico ghetto del mondo.

25/04/2016, 10:20