DOVE NON HO MAI ABITATO - Una passione senza futuro


Costruire le case per gli altri, ma non per se stessi. Questo il destino dei personaggi del nuovo film di Paolo Franchi. Un film "personale" e sentimentale accostato alla prosa di Cechov e ai personaggi morali di Henry James. Con Fabrizio Gifuni, Emmanuelle Devos, Giulio Brogi, Isabella Briganti e Giulia Michelini. In sala dal 12 ottobre distribuito da Lucky Red


DOVE NON HO MAI ABITATO - Una passione senza futuro
Emmanuelle Devos e Fabrizio Gifuni
LA SCINTILLA
Torna dopo cinque anni Paolo Franchi per raccontare una nuova storia d’amore e passione. Tra Massimo (Fabrizio Gifuni) e Francesca (Emmanuelle Devos) scatta subito qualcosa, o torna ad accendersi dopo chissà cosa, e sin dalle prime sequenze del film capiamo dove la storia andrà a parare. Lui architetto in ascesa nello studio del padre di lei, Francesca che per sfuggire all’ingombrante presenza del padre è andata a vivere a Parigi, dov’è sposata e con una figlia ormai adolescente.

I PERSONAGGI
Francesca non è piacente, va detto, e non ha neanche una personalità illuminata che potrebbe attirare l’attenzione di un uomo come Massimo. Un’empatia che scatta tra loro sulla carta, nel salotto degli sceneggiatori, ma che sullo schermo non riesce ad arrivare allo spettatore il quale rimane freddo al crescendo, già abbastanza algido di suo, della relazione tra i due.

LA SCRITTURA
Paolo Franchi ha scritto il soggetto insieme a Mariolina Venezia, Roberto Scarpetti e Chiara Laudani; la sceneggiatura, con Daniela Ceselli e con Rinaldo Rocco con il quale ha scritto anche i dialoghi. La sua mano c’è in ogni passo della storia che però sembra troppo asciutta e polverosa per i tempi, paragonata infatti a Cechov o a Henry James, e distante, nell’ambientazione alto borghese di una Torino che si vede solo sullo sfondo.

LA REGIA
I campi e controcampi con cui Franchi mette in scena i lunghi dialoghi, i primi piani di parlato e di ascolto, lasciano soli sullo schermo gli attori, costruendo un isolamento visivo che non oltrepassa lo schermo per arrivare in sala e colpire la sensibilità dello spettatore. Una scelta stilistica che ha bisogno di essere dichiarata perché d’impatto dà solo la sensazione di antico.

IL LIEVITO
Il vero difetto di "Dove non ho mai abitato" è la mancanza di lievito. L’impasto non cresce, gli ingredienti, semplici ed economici, non si mischiano e non sfruttano la chimica per diventare qualcosa di più grande e appetibile.

05/10/2017, 17:56

Stefano Amadio