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IL GIARDINO DELLE ERBACCE - In un prato
di periferia alla ricerca del gesto


L'opera del coreografo e artista visivo Virglilo Sieni ambientata nel Quartiere 4/Legnania all'Isolotto a Firenze.


IL GIARDINO DELLE ERBACCE - In un prato di periferia alla ricerca del gesto
Un film d'arte rarefatto ed elegante questo esordio alla regia cinematografica per il coreografo e artista visivo Virglilo Sieni, che allo Schermo dell'Arte Film Festival ha presentato in anteprima mondiale la sua opera "Il Giardini delle Erbacce".

Siamo all'alba, una persona, un solitario, probabilmente un fuggisco se ne sta seduto in un campo incolto. Un piccolo movimento, un gesto insignifcante e qualcosa si muove, un riflesso su un ciuffo d'erba attrae la sua attenzione. Da questa "epifania minima" inizia il suo viaggio attraverso una visione di quarantaquattro figure che formeranno un atlante di gesti e di volti racchiusi nello spazio limitato di quel prato di erbe spontanee alla periferia di Firenze. Le riprese sono state effettuate a Firenze, nel Quartiere 4/Legnania all'Isolotto, dove l'artista è nato e ha creato i Nuovi Cantieri Culturali dove si da spazio alla sperimentazione e alla commistione delle varie discipline tra le quali anche la danza, l'esposizione di arte contemporanea e l'insegnamento alla consapevolezza sul gesto.

In questo film non c'è drammaturgia, non c'è dialogo, tutto si svolge nel confronto tra il corpo dei performers, l'ambiente e il gesto che si compie nel palcoscenico naturale del verde periferico. Sieni è abituato a lavorare con danzatori e figuranti non professionisti, compone i suoi quadri di gruppo con persone di tutte le età che partecipano alle sue azioni e che vengono coinvolte attraverso una formazione alla consapevolezza dell'ascolto e della postura. Anche nel lavoro cinematografico il suo metodo svolto con gli attori ritorna e acquista forza anche grazie allo splendido uso del suono e dei rumori naturali. La musica di Eivind Aarset costrusice una partitura sonora che si snoda su più livelli, la chitarra eletttrica, il respiro degli attori e il contrappunto dei suoni naturali. Più che dentro una storia, Sieni ci porta in quarantaquattro dimensioni emozionali diverse dove ad ogni gesto è legata un' erbaccia, un dialogo con la natura dove l'umano del gesto si rigenera nell'ascolto delle erbe spontanee, della terra umida, nella scoperta dell'altro. Quei corpi che si rotolano fanno ritornare alla mente il perdersi dei personaggi di Andrej Tarkovskij in Stalker, durante la visione sembra di percepire l'odore di quell'erba alta e la presenza vicina di una fonte d'acqua. Un video d'arte mistico e liberatorio, una cura per l'occhio e l'anima dello spettatore.

20/11/2017, 15:21

Duccio Ricciardelli