SONO TORNATO - Il Duce torna e riprova a sedurci


Il nuovo film di Luca Miniero, scritto con Nicola Guaglianone, ipotizza un ritorno in vita di Benito Mussolini. Un ritorno all'oggi, dove anche secondo lui, nulla sembra cambiato, soprattutto gli italiani. Con un ottimo Massimo Popolizio, uno sfocato Frank Matano, Stefania Rocca, Gioele Dix ed Eleonora Belcamino. In uscita il 1° febbraio distribuito da Vision


SONO TORNATO - Il Duce torna e riprova a sedurci
"Sono Tornato" di Luca Miniero (Foto C. Iannone)
Se tornasse Mussolini… Luca Miniero e Nicola Guaglianone ci hanno cominciato a pensare e a scrivere proponendoci la loro versione. Una lettura socio culturale degli italiani medi e della loro affezione per gli uomini forti, capaci di individuare i problemi ma, come sempre accade da noi, di non avere soluzioni per risolverli. Perché in fondo gli italiani non vogliono soluzioni ma pretendono soltanto che qualcuno, con metodi il più spicci possibili, si occupi delle noie per loro.

"Sono Tornato" ci mette di fronte all’eventualità che l’uomo forte per antonomasia, il primo duce dell’era moderna torni tra noi. Proprio lui grazie a un collegamento spazio temporale davanti alla Porta Magica di Piazza Vittorio a Roma. Ma ora cosa faranno quei minus habens dei nostri concittadini di fronte a quel personaggio che, solo per diren qualcuna, li mandò in Russia a morire in 300.000, che uccise centinaia di migliaia di abissini nella guerra imperialista e che promulgò le leggi razziali nel 1938? Nulla.

A fronte di tanti che lo acclamano, entusiasti delle sue dichiarazioni nazional popolari da quattro soldi, e sicuramente più convinti da lui che dagli altri capetti dell’ultimo quarto di secolo (bella consolazione…), solo in pochi hanno la forza e lo spirito di rifiutarlo, di mettere in moto la memoria e di escluderlo a priori.

Il film di Luca Miniero parte da un buon presupposto, simile alla versione tedesca imperniata sul ritorno di Hitler, ma si perde troppo presto tra situazioni di denuncia un po’ usurate come il potere di una tv spazzatura sempre più becera o la massa di giornalisti sempre in vendita (magari fosse vero…), e un mondo di personaggi e meccanismi non del tutto sviluppati e originali.

Massimo Popolizio è bravo a non esagerare nei panni di Mussolini, ottimo a evitare l’identificazione attore personaggio con la misura di chi è bravo a farsi ascoltare ma soprattutto ad ascoltarsi. Non pervenuto Frank Matano, vittima di un pesante accento campano; inflessione che in genere il pubblico e la critica notano con fastidio solo quando si tratta del romano della pur brava Ilenia Pastorelli.

Sono interessanti le parti girate dal vero, come le reazioni dei passanti alla vista del duce in divisa o le interviste fatte alla gente della strada, italiani sempre pericolosamente tentati da qualcosa che li giustifichi nello scegliere la libertà per sé negandola agli altri.

29/01/2018, 19:39

Stefano Amadio