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LA MAFIA UCCIDE SOLO D'ESTATE - Su Rai1 dal 26 aprile


Arriva la seconda stagione della famiglia Giammarresi. A Palermo tra delitti di mafia e questioni personali, tra sentimenti e brutte avventure. La serie costruita sul film di Pif racconta l'impossibilità di vivere in quegli anni senza il condizionalemto della mafia. Sei puntate scritte da Michele Astori, Stefano Bises, Michele Pellegrini e dirette da Luca Ribuoli.


LA MAFIA UCCIDE SOLO D'ESTATE - Su Rai1 dal 26 aprile
Anna Foglietta e Francesco Scianna
Arriva il secondo capitolo di "La Mafia uccide solo d’estate", serie tv in onda in sei serate su Rai 1 che prende origine dall’omonimo film di Pif.

Ambientata verso la fine degli anni 70, è molto ben strutturata con una ricostruzione scenografica e di costumi di ottimo livello, in grado di dare un look e un possibile mercato internazionale al prodotto.

A parte la voce di Pif, insistente e spesso poco utile, la storia si articola intorno alla famiglia di Salvatore che per sua disgrazia ha assistito, nella prima serie, all’omicidio di Boris Giuliano per mano della mafia, coinvolgendo tutta il nucleo familiare nelle inevitabili conseguenze. Appesantiscono gli episodi le spiegazioni degli eventi, come se agli autori non bastasse mostrarci i fatti per farci comprendere la situazione, oggettiva e personale.

Il clima della Palermo anni 70 sembra si cosciente della presenza oppressiva della mafia ma lontano dalle tragedie provocate dai corleonesi di Totò Riina per conquistare il potere che, da lì a poco, bagneranno le strade di sangue cambiando la percezione comune della città.

Tutto si sviluppa intorno al rapporto che i palermitani, con al centro la famiglia Giammarresi, con la mafia; collusione, coinvolgimento, convivenza, non considerazione, rifiuto, guerra. Ma il rapporto è lì, sempre presente nelle certezze dei grandi e nelle speranze dei ragazzi, una presenza costante che condiziona il modo di parlare, di agire, di pensare.

Andar via sembra la soluzione migliore, più semplice. Restare significa combattere o accettare, e in tutti e due i casi rovinarsi l’esistenza. La mafia rovina la vita di tutti.

Claudio Gioè e Anna Foglietta sono i genitori che muovono l’azione, Edoardo Buscetta è Salvatore che vede e racconta, Angela Curri è la sorella Angela. Francesco Scianna è lo zio, troppo coinvolto con Don Masino Buscetta.

18/04/2018, 10:23

Stefano Amadio