UN'AVVENTURA - Un musicarello ispirato a Battisti e Mogol


In uscita il 14 febbraio il musical di Marco Danieli con Laura Chiatti e Michele Riondino ispirato alle canzoni di Battisti e Mogol. Una produzione Los Hermanos, Lucky Red con Rai Cinema.


UN'AVVENTURA - Un musicarello ispirato a Battisti e Mogol
Michele Riondino e Laura Chiatti in "Un'Avventura"
Anni ’70. Matteo e Francesca vivono in un piccolo paesino in provincia di Lecce. Lei decide di partire e di scoprire il mondo, lui non ama che lei e in sua assenza scrive canzoni d’amore. Quando Francesca ritorna non è più la ragazzina di un tempo: è ormai una donna emancipata e con le idee chiare. L’amore con Matteo ritorna prepotentemente e i due presto partono per Roma per intraprendere una nuova vita insieme: una vita fatta di cambiamenti, scelte impreviste, dolori profondi.

Sulle note delle intramontabili canzoni di Battisti e Mogol la storia d’amore dei due protagonisti si snoda per quindici anni dalla Puglia a Roma. I pezzi riarrangiati dell’amato due artistico raccontano un amore travagliato e pieno di contraddizioni e tradimenti: dal brano che dà il titolo al film, a “Io vivrò (Senza te)”, “Acqua azzurra, acqua chiara”, fino a “Non è Francesca”, “Uno in più” e “Balla Linda”.

Un’operazione sicuramente ambiziosa e azzardata quella di “tramutare” alcuni dei brani più indimenticabili di Battisti e Mogol in un musical. Soprattutto se non ci troviamo a Hollywood o a Broadway e se i protagonisti non hanno la completezza artistica di attori come Ryan Gosling ed Emma Stone. Questo perché “Un’Avventura” strizza inevitabilmente l’occhio all’acclamato “La La Land” ma, purtroppo, è quanto di più lontano possibile dall’epicità e dalla caratura artistica del pluripremiato film di Damien Chazelle. Laura Chiatti e Michele Riondino, pur molto bravi nell’interpretare le canzoni sono chiaramente a poco agio nell’eseguire le coreografie di Luca Tommassini, così come anche le comparse che appaiono poco armoniose nei movimenti. Eccezion fatta per poche scene ben riuscite, come quella ambientata in una discoteca sulle note disco di “Dieci ragazze per me” in questo caso completamente girata con ballerini professionisti.

Se dobbiamo spezzare una lancia a favore di “Un’Avventura” possiamo farlo sicuramente in relazione ai contenuti, coerenti con l’opera di Mogol e Battisti: le loro canzoni hanno raccontato i rapporti e i sentimenti senza ipocrisie, non dimenticando il romanticismo e la poesia, al passo con i tempi e con i cambiamenti della società. In particolare è il personaggio di Francesca a restituirci questo aspetto, una donna che rappresenta a pieno il vento del cambiamento degli anni ’70 che non è “succube” dell’amore e dell’uomo ma è padrona di sé stessa. La storia d’amore tra Matteo e Francesca, quindi, lungi da soluzioni stucchevoli, è quella che chiunque può vivere: passione, tradimenti, separazioni inevitabili. Peccato che dinamiche così veritiere vengano, però, rese come in una classica fiction televisiva in cui i personaggi sono poco caratterizzati, tramutando quello che doveva essere un omaggio a Battisti e Mogol in un anacronistico musicarello.

14/02/2019, 08:49

Caterina Sabato