DOC/IT - Lettera aperta al MIBACT Direzione Generale Cinema


Pubblichiamo la lettera di DOC/IT, richiedente alcuni chiarimenti relativamente ad alcuni aspetti della Sezione IV Distribuzione Nazionale di Opere Cinematografiche del Bando per la concessione di contributi selettivi per la scrittura, lo sviluppo e la pre-produzione, la produzione, la distribuzione nazionale di opere cinematografiche e audiovisive - articolo 26 della legge n. 220 del 2016 - Anno 2019, pubblicato ad inizio giugno.


DOC/IT - Lettera aperta al MIBACT Direzione Generale Cinema
Spett.le Direzione Generale Cinema,
vi scriviamo a nome di Doc/it, Associazione Documentaristi Italiani, fondata nel 1999 e riconosciuta in Italia e all’estero come ente di rappresentanza ufficiale dei produttori e autori del documentario italiano. A inizio giugno è stato pubblicato il Bando per la concessione di contributi selettivi per la scrittura, lo sviluppo e la pre-produzione, la produzione, la distribuzione nazionale di opere cinematografiche e audiovisive - articolo 26 della legge n. 220 del 2016 - Anno 2019. I contributi selettivi, a differenza di altri contributi e agevolazioni fiscali, prestano una particolare attenzione al sostegno di opere difficili, individuate dal bando come quelle di registi giovani o di linguaggi sperimentali, tra cui anche il documentario, e con budget limitati.
Diverse realtà aderenti o collegate a Doc/it negli ultimi anni stanno lavorando per dare sviluppo alla distribuzione di film-documentari che spesso ottengono ottimi risultati di critica a livello internazionale, ma che contemporaneamente faticano a trovare spazio nel mercato della distribuzione. È una sfida complessa che negli anni ha però portato molti spettatori, in particolare giovani, ad avvicinarsi al genere documentario. Per questo riteniamo che l’esistenza di fondi pubblici per sostenere la distribuzione di opere difficili sia cosa giusta e coerente con il ruolo di un Ministero dei Beni Culturali.
Riteniamo che il bando, nella sua sezione relativa alla distribuzione (Sezione IV Distribuzione Nazionale di Opere Cinematografiche), presenti due aspetti fortemente problematici e contraddittori, che non erano presenti nel bando precedente.

1. Il bando è destinato solo alla distribuzione estiva, ovvero al periodo di uscita compreso tra 15 aprile e 15 settembre (Art. 29, comma 1, lettera a). A differenza delle altre sezioni (scrittura, sviluppo, produzione) on è previsto alcun sostegno a opere distribuite fuori da quel periodo.
Ben venga il sostegno al cinema in un periodo che solitamente vede pochi film in uscita, ma ci chiediamo perché esclusivamente questo? Perché destinare l’intera somma prevista (4.5 milioni di euro, significativamente più dei 2.88 previsti dal 2018) per la sola distribuzione estiva? Perché costringere i film “difficili” a uscire d’estate, quando il pubblico in Italia è fisiologicamente meno portato ad andare in sala?
O viceversa perché pensare che distribuire film difficili sia un modo per aiutare le sale d’estate? E infine perché comunicare ciò a giugno, ovvero quasi a metà del periodo indicato?

2. È previsto un limite ai contributi pari al 10% dei costi ammissibili, che viene elevato al 40% solo per film che verranno distribuiti in almeno 200 sale con un piano di investimento di almeno 500mila euro (Art.33 comma 2). Non è previsto un limite massimo di contributo ma viene indicato un limite minimo, attraverso l’esclusione di film che abbiano piani di investimento troppo bassi. Tali parametri si inseriscono in un quadro complessivo difficile, perché i piani di investimento per film difficili, documentari inclusi, in Italia raramente superano, soprattutto se d’estate, i 100-150mila euro. Una buona parte sono sotto i 100mila euro. La scelta di porre questi limiti diventa punitiva nei confronti delle medio-piccole distribuzioni
indipendenti che provano a far vivere il cinema “difficile” in Italia. L’elevare il limite di oltre il triplo per le distribuzioni più grandi è una contraddizione per noi davvero difficile da comprendere. E infatti questo limite non era presente nel precedente bando relativo ai contributi selettivi 2018 dove il contributo non poteva superare il 60% dei costi ammissibili senza distinzione tra i diversi tipi di investimento e per un massimo di 200mila euro di contributo (cifra che, invece, in questo bando appare come il minimo che può prendere un distributore che investe molto, il 40% di 500mila appunto). Ci chiediamo quale sia la logica di questa nuova formulazione, se lo scopo della legge è di sostenere, in particolare, la distribuzione cinematografica di film non “facilmente” commerciali.

Queste sono le domande sulla base delle quali vi chiediamo un incontro e la possibilità di avere dei chiarimenti.
Poiché riteniamo che tali argomenti possano essere un tema di confronto democratico che ci aiuta tutti insieme a interrogarci sul ruolo delle istituzioni nel sostegno dei linguaggi culturali non commerciali, di ricerca, innovativi, che hanno bisogno di uno sguardo attento e ricettivo e che spesso aiutano le società e gli individui a riflettere e capire, intendiamo pubblicare apertamente la lettera tra una decina di giorni sul nostro sito, comprensiva della risposta ufficiale pervenuta da codesto ministero.

Roma, 11/07/2019

In Fede
Claudia Pampinella
Presidente di Doc/it

25/07/2019, 14:43