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VENEZIA 76 - "Fulci for Fake", omaggio a Lucio Fulci


Un finto lungometraggio sulla vita del regista è lo spunto per raccontarne la carriera e i film


VENEZIA 76 -
Come raccontare la vita e la carriera di un regista non avendo a disposizione quasi nessun frammento di archivio (nessuna intervista, solo qualche secondo di backstage dal festival di Sitges...), senza la possibilità di inserire estratti dai suoi film (questione di diritti) e senza, ovviamente, avere la possibilità di parlare con lui, essendo morto nel 1996? Bisogna inventarsi qualcosa, e Simone Scafidi per il suo "Fulci for Fake" si immagina un finto lungometraggio il cui protagonista, Nicola Nocella, è chiamato a un'indagine per conoscere meglio il personaggio che interpreterà.

Folgorato dal cinema fulciano in età adolescenziale, Scafidi persegue la sua idea di omaggiare il "maestro" nonostante le mille difficoltà di cui sopra, riuscendo in qualche modo a mettere insieme un ritratto interessante (92 minuti di durata) ma perdendo un po', nel proseguire del racconto, la spinta dell'idea iniziale. Nocella truccato da Fulci anziano, che riflette davanti a uno specchio togliendosi il make up un pezzo alla volta è un forte ingresso nel flusso narrativo, ma poi - a parte la presenza dell'attore in fase di interviste ai vari collaboratori e parenti del regista - questo spunto viene quasi dimenticato.

Dalle figlie agli storici collaboratori Fabio Frizzi e Stefano Salvati, tra gli altri, guidati dal critico Davide Pulici, espertissimo della materia: sono loro, con i loro ricordi, a tenere viva la memoria di Lucio Fulci, anche se l'identikit risulta sfocato, troppi pezzi vengono a mancare a causa della complessità e sfuggevolezza del personaggio.

Date le premesse, Scafidi porta miracolosamente a casa un documentario che sa interessare i meno conoscitori, ma che forse non ha la profondità (e i materiali) per dire qualcosa di nuovo sul suo protagonista.

04/09/2019, 10:03

Carlo Griseri