Festival del Cinema Cittŕ di Spello e dei Borghi Umbri
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SACRUM - I simboli nelle religioni. I Demoni


Su Ars Europa Channel la seconda edizione della serie di documentari dedicati alla simbologia liturgica ovvero l’azione sacra e simbolica che accompagna un rito religioso, l’insieme di azioni cioč che vengono considerate mezzo per entrare in contatto con Dio mediante una serie di rituali all’interno di luoghi sacri.


SACRUM - I simboli nelle religioni. I Demoni
Una puntata dedicata ai demoni: in modalitŕ basica ci spiega che “con la parola diavolo, si intende una entitŕ spirituale malvagia, bugiarda che odia gli esseri umani e che vuole opporsi a Dio”. L’essere insomma creato per gettare discordia, inimicizia e separazione. Dopodiché il racconto specifica chi sono i demoni, il loro significato, la nascita, i loro nomi propri e le fattezze ed infine come sono stati rappresentati nel corso dei secoli; tutto, come la voce narrante, in maniera molto scolastica.

Eccoci dunque ai vari Satan della cultura mesopotamica il cui significato era “il pubblico ministero”, “l’accusatore” o in seguito in quella ebraica a partire dal primo angelo caduto, il portatore di luce Lucifero, cultura in cui Il Satan era “il consigliere”. Passando poi dal greco antico in cui il termine diabolos significava “calunniatore” e che veniva trattato dai filosofi come Platone il quale fece della demonologia materia di studio, ma anche “il separatore” oppure “il portatore di discordia” come viene tradotto nelle prime Bibbie datate 300 avanti Cristo.
Insomma, i diavoli si sarebbero identificati nel tempo come spiriti cattivi che influenzano la vita degli uomini negativamente rappresentati cosě nei secoli, attraversando il medioevo e il rinascimento, fino ai nostri giorni.

Parecchio il materiale sintetizzato nel documentario, ma faziose le citazioni di salmi e brani della Bibbia che senza una adeguata preparazione non hanno la possibilitŕ di essere intese e capite ma soprattutto comprese (difficile la lettura dei caratteri bianchi su fondo chiaro, con una velocitŕ impossibile da seguire). Distaccata anche la voce narrante che senza soluzione di continuitŕ rende il tutto molto mono-tono e privo di pathos. Insomma, non suscita emozioni la voce da “assistente virtuale” che non coinvolge, non rende partecipi, ma si limita a illustrare cosa troviamo alla nostra destra subito dopo aver svoltato alla rotatoria: il diavolo Tizio vestito cosě e appresso il demone Caio in tal modo rappresentato nel rinascimento.

Disattenzioni in fase di regia e di montaggio con un materiale che poteva essere interessante. Un peccato perdere l’occasione di conoscere tutto sul diavolo. Avremmo reagito diversamente, se il soliloquio non ci avesse predisposto al “nap” da noia, ma questa chiaramente č la dimostrazione che il diavolo esiste!

06/11/2019, 08:51

Silvia Amadio