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ARIA - "Il desiderio di rinascita degli italiani dopo il lockdown"


ARIA -
Disponibile dal 29 dicembre su RaiPlay la docu-serie "Aria", il racconto di un gruppo di italiani che al momento dell'esplosione della prima ondata dell'epidemia da Coronavirus si trovavano in diverse parti del mondo.

"E' stata evidente da subito la grandissima carica di umanità che traspariva dalle storie", spiega Maurizio Imbriale, vicedirettore di RayPlay. "Aria ha un respiro molto largo e internazionale, dà voce agli italiani che sono stati un po' dimenticati perché erano all'estero quando sono stati travolti nelle situazioni più diverse dalla pandemia. Al di là dell'aspetto documentaristico, questo è un racconto fatto di storie, che esprime il desiderio di rinascita. Non lo abbiamo proposto nella sua versione da 120 minuti 'interi' ma con una formula da miniserie tv, con puntate tra i 15 e i 20 minuti ideali per la fruizione su piattaforma, che è molto diversa dalla tv lineare".

L'idea del progetto è di Andrea Porporati, Costanza Quatriglio e Daniele Vicari. "Quando ci siamo ritrovati nel lockdown - racconta Porporati - dopo aver sofferto come tutti ci siamo detti: come facciamo a continuare a raccontare storie? Questa idea è un esperimento, abbiamo lasciato che i vari protagonisti si raccontassero 'da soli' fino al provvisorio e inatteso lieto fine estivo, quando il tempo ha ricominciato a scorrere per tutti dopo essere rimasto congelato a lungo. Queste persone ci hanno offerto il loro punto di vista, si raccontano in prima persona: così il racconto ha uno sguardo collettivo e globale che mai avremmo potuto dare con una sceneggiatura".

"Nel lontano 2007 - aggiunge Daniele Vicari - con Francesca Zanza abbiamo realizzato il primo esperimento di documentario partecipato in Europa, 'Il mio paese 2.0', sul territorio devastato: gli italiani hanno reagito a questa situazione con energia impressionante, ma sui media sono finiti solo fenomeni di costume come il canto dai balconi. Nel frattempo c'era un sacco di gente che si muoveva e che nel movimento trova il senso della propria vita: abbiamo deciso di raccontare loro e con loro il nostro presente".

"Sono stati mesi molto intensi - spiega Costanza Quatriglio - in cui abbiamo molto riflettuto sul ruolo del documentarista in questo contesto. Le immagini da sole non bastano, dev'esserci dietro un pensiero".

29/12/2020, 12:00

Carlo Griseri