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TORINO FILM FESTIVAL 39 - Tre visioni di danza


TORINO FILM FESTIVAL 39 - Tre visioni di danza
Presentato al 39esimo Torino Film Festival come un unicum per la sezione "Tracce di teatro", "Tre visioni di danza nello specchio del video" raggruppa in un'unica soluzione tre cortometraggi ("Silver Veiled", "Paradiso" (video bozzetto)" e Preistorico") che vedono interagire il mezzo filmico con danza e musica per creare un'esperienza nuova. Prendendo in prestito le parole di Alfredo Pirri (artista chiamato a ideare il progetto "Paradiso") non si tratta di una semplice collaborazione tra le varie arti, perchè bisogna 'rinunciare a se stessi', 'compenetrarsi'. Il risultato, quindi, non è la somma dei diversi addendi ma un prodotto alla 'potenza'.
Non è un caso, allora, che ogni elemento abbia un importante lavoro di post produzione dove lo sguardo e il movimento della camera intervengono modificando i gesti dei danzatori e la loro resa.

"Silver veiled" si inserisce nel progetto del duo Ginevra Panzetti e Enrico Ticconi sulle bandiere e usa il montaggio per creare falsi piani sequenza, un continuum che frastorna. In una location che evoca il sacro, il bianco e il grigio spengono la tavolozza visiva lasciando il centro della scena alle forme disegnate dalle bandiere animate dalla coppia. Un interessante lavoro sul suono completa l'intervento sulle tre arti.

Il "Paradiso" inserito in questo trittico è una tappa di un processo performativo fatto di linguaggi diversi e vede lavorare insieme la compagnia di danza Nanou, l'artista Alfredo Pirri e il musicista Bruno Dorella. Per il corto si sceglie di enfatizzare le immagini riflesse e sovrapposte realizzando un caos che può essere quello primordiale ma anche l'ignoto termine delle nostre vite.

Anche "Preistorico", di Virgilio Sieni, ha un fratello gemello, lo spettacolo di danza rappresentato nei teatri che usa, però, materiali diversi rispetto al cortometraggio: sulle scene la danzatrice si muove tra i rifiuti mentre nel film si snoda attorno all'opera "Produttivo" di Giorgio Andreotti Calò. Lunghe file di carotaggi spezzati e ricomposti da Claudia Caldaro durante la sua danza a contatto con la terra sono il paesaggio arcaico nel quale la figura umana appare e scompare come un fantasma a volte anticipando, altre volte seguendo l'ombra del suo corpo.

30/11/2021, 08:19

Sara Galignano