VENEZIA 81 - Paola Randi: "Come ho creato Frank e Nina"
La regista milanese
Paola Randi racconta la nascita del suo film, "
La storia del Frank e della Nina", presentato alle Giornate degli Autori alla Mostra di Venezia numero 81.
Come ha scelto di ambientare il film a Milano?
Sono andata via da Milano intorno ai trent'anni, ci ho vissuto quindi anche la mia “seconda adolescenza”, il senso di disagio tipico di quel periodo della vita, un disagio che a dire il vero non mi ha mai veramente lasciato. Ho pensato che Milano avesse i contorni giusti per questa storia di avventura vera e propria: se guardi la Lombardia dall'alto la vedi tutta nebbiosa con un buco al centro, Milano, che sembra proprio un castello da conquistare, una città in cui si radunano i sogni di tutte le persone che ci vanno a vivere.
Era almeno la Milano che volevo raccontare, che si vede anche poco sul grande schermo, la sua anima pulsante: devo dire che ci ha risposto da vera signora, con un tempo perfetto... c'era anche il vento tutte le volte che ci serviva!
Come ha costruito i personaggi?
Qui è nato il personaggio di Gollum, il nostro narratore muto: Milano è timida, la devi un po' scoprire tu. Lui è un cercatore, poi è arrivato Frank, misterioso e fragile, e poi la Nina, una ragazza molto intelligente che però si trova molto avanti nella sua vita, ha anticipato i tempi. Insieme formano una alleanza, una famiglia vera e propria con cui provano ad affrontare la realtà, che non sempre è a colori... fin dalla scrittura avevo pensato a un bianco e nero selettivo, da tempo lavoro sulla memoria emotiva e ho voluto rappresentare questa cosa con i colori, ogni volta ne scegliamo uno e lo mostriamo, che sia indicativo del momento che loro stanno vivendo.
Questo è anche un film generazionale?
Rivedo nella generazione odierna un po' la mia, che venne chiamata generazione X perché in qualche modo “non esisteva”: era uscita in qualche modo da una pandemia, quella dell'AIDS, e affrontava una nuova tecnologia che anche se non era ancora come quella di oggi già segnava una divisione netta con i genitori, creando una incomunicabilità decisiva. Le nostre sono epoche diverse ma ci vedo molte somiglianze, e mi sembrava interessante parlarne.
31/08/2024, 23:40
Carlo Griseri