Sinossi *: "Ananke" nella mitologia greca è la dea che rappresenta la personificazione o potenza del destino. In un presente immaginario l'umanità si sta estinguendo a causa di una terribile pandemia. Una nuova forma di depressione virale induce al suicidio chi la contrae. L'unico modo per sfuggire alla morte è evitare gli esseri umani, fuggire, rimanere soli.
Dopo un lungo peregrinare, un uomo e una donna trovano riparo in una casa isolata fra le montagne, lontani dalla società e dalle metropoli. Sperano di salvarsi adattandosi ad una vita primitiva ed essenziale, priva di nevrosi e contaminazioni tecnologiche.
I protagonisti parlano in francese, una lingua dal bel suono che contrasta con lo sfacelo che si compie attorno a loro.
A far loro compagnia una capra di nome Ananke.
Soli, ignari e in balìa degli eventi, faranno i conti con l'ineluttabile.
La natura veglia su di loro, osservandoli dall'alto.
Tutto scorre, tutto muta, tutto si trasforma.
Per sfuggire alla morte è sufficiente sfuggire all’uomo?