Sinossi *: Girato tra il 2004 e il 2010 a Levanto e a Milano, Je m'appelle Morando - Alfabeto Morandini è un gioco intellettuale tra due amici che condividono la passione per il cinema e ne hanno fatto un lavoro per la vita. Daniele Segre ritrae Morando Morandini nei luoghi a lui più familiari, nel silenzio dello studio di Milano e del giardino di Levanto - immerso nella carta e nei libri - e tra le strade della cittadina ligure, dove il critico scambia battute e opinioni con l'amico regista. A fare da contrappunto al racconto filmico, il suono della sua vecchia macchina da scrivere, inseparabile strumento del suo lavoro di fronte a cui si "isola" dal resto del mondo per concentrarsi esclusivamente sul proprio pensiero e quindi scrivere con una passione, una precisione e una scrupolosità da un artigiano orefice. Il tutto sempre in nome di una scrittura densa e sintetica in cui ogni parola ha un peso specifico e un ruolo cruciale. Le lettere dell'alfabeto aprono varchi attraverso cui Morandini racconta la sua storia di critico e giornalista cinematografico, le amicizie, i suoi punti di vista sul cinema e la politica e più di tutto l'amore della sua vita, la moglie Laura. Il critico gioca anche con i decenni cinematografici, scegliendo per ciascuno un solo film, quasi come se stesse sfogliando le pagine de "ilMorandini", il suo Dizionario dei Film edito da Zanichelli. Tra i titoli scelti non può assolutamente mancare Les Enfants du paradis (1945) di Marcel Carnè, la cui celebre battuta della protagonista "Je m'appelle Garance" diventa motivo per giocare nuovamente con le parole e identificarsi subito in un'idea di cinema autoriale, romantica e rigorosa.