BAR SPORT Battiston, Bisio e gli altri nel bar di Stefano Benni
A
Bar Sport manca il coraggio. Portare uno scrittore come
Stefano Benni al cinema non è assolutamente facile; surreale, immaginario, carico d'atmosfera che questi riesce a creare solo grazie alle sue parole. Storie che prima di far ridere riescono a far affezionare, a far scendere il lettore nell'ambiente, a far riconoscere i personaggi come amici. Senza spiegazioni o didascalie.
E il film di
Massimo Martelli, scritto con
Nicola Alvau,
Giannandrea Pecorelli,
Michele Pellegrini, ha come difetto evidente quello di sottolineare le situazioni divertenti, se non comiche, rendendole inefficaci. A cominciare dalla voce narrante che cerca di cucire i periodi del film e rendere "alla mano" geniali assurdità; ma anche i maledetti "piani risata", quelli televisivi alla Colorado Cafè per intenderci, con il primo piano del personaggio che ride alla battuta del collega.
Di regola, dovremmo essere noi spettatori a ridere...
Forse il progetto su una storia di stile poco cinematografico, che diventa datata solo se si sottolinea l'età, ha spinto autori e produttori verso la via più facile: attori e comici della tv e una bella dose di pennarello evidenziatore per suggerire "qui si ride", "qui si sorride", "qui si riflette", "qui scatta la nostalgia".
La comicità surreale deve essere serissima, con personaggi normali e credibili, interpreti inappuntabili, senza smorfie o macchiette.
La paura, o forse la convinzione, che lo spettatore italiano non fosse in grado di comprendere un certo tipo di comicità, ha sciupato un'idea intelligente, partita da un libro culto che grazie alla sua originalità continua a vendere migliaia di copie dopo 35 anni dall'uscita.
Gli attori, capitanati da
Claudio Bisio e
Giuseppe Battiston, sono bravi ma forse hanno aggiunto troppo ai personaggi originali. Come le due vecchie del bar,
Lunetta Savino e
Angela Finocchiaro: contenuta la prima troppo smorfiosa la seconda (... e lo ha riconosciuto lei stessa in conferenza stampa). Unico completamente in parte è
Vito, nei panni di un credibile geometra di paese; il suo passato di comico con la bocca aperta
e basta, lo pone con merito sul giusto livello di assurdo.
Forse
Massimo Martelli, che ha inseguito per anni l'idea di portare sullo schermo "
Bar Sport", si è fatto prendere la mano, imboccando la strada più facile verso un'ipotesi di successo. Una via diversa da quella di
Stefano Benni.
17/10/2011, 15:46
Stefano Amadio