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Perchè azzerare la Fabbrica del Vapore? Perchè
disperdere un bene comune?


Perchè azzerare la Fabbrica del Vapore? Perchè disperdere un bene comune?
Il 28 febbraio 2016 scadranno le concessioni temporanee degli spazi all’interno della Fabbrica del Vapore e l’Amministrazione ha comunicato a tutti i soggetti presenti all’interno della struttura che dovranno lasciare le loro sedi.
Le organizzazioni che hanno lavorato per anni in mezzo a un cantiere infinito vengono così messe in mezzo ad una strada proprio ora che finalmente il complesso è quasi pronto. I Laboratori che vogliono solo poter contribuire alla realizzazione definitiva della Fabbrica del Vapore, così come era stata prospettata dal bando iniziale e mai effettivamente compiuta, chiedono invece all’Amministrazione che le concessioni – fino ad oggi definite nei contratti dalla stessa Amministrazione come “provvisorie, in attesa che…” – vengano infine avviate da quando effettivamente la Fabbrica del Vapore sarà pronta.

I Laboratori della Fabbrica del Vapore producono un fatturato di 3ml di euro e creano lavoro
La Fabbrica del Vapore nasce come centro multidisciplinare di produzione culturale (non solo artistica, non solo giovanile) alla fine degli anni ‘90. Il progetto originale era frutto della elaborazione di un gruppo di esperti internazionali che attraverso una commissione selezionatrice scelse 17 progetti su 302 proposti.
Da allora, le associazioni “residenti” all’interno della Fabbrica del Vapore fanno vivere la struttura esclusivamente con il proprio impegno e le proprie risorse, anche se completamente abbandonate dalla Pubblica Amministrazione: oggi, i laboratori insediati alla Fabbrica producono complessivamente oltre tre milioni di euro di fatturato, e coinvolgono oltre cento dipendenti, associati e collaboratori.
Ogni anno, grazie all’attività dei Laboratori si tengono decine di eventi per la cittadinanza: mostre gratuite, spettacoli, concerti, vengono tenuti corsi e workshop, organizzati festival e rassegne cinematografiche o performative e sono a disposizione gratuita del pubblico archivi specialistici tradizionali o audiovisivi. Viene inoltre effettuata produzione artistica, ricerca visuale, produzione audiovisiva innovativa, ricerca nel campo delle nuove tecnologie, dei nuovi linguaggi, della moda, dell'architettura e design, della " digital factory". Il tutto, mentre si ospitano annualmente decine di stagisti (in convenzione coi principali istituti universitari milanesi, oppure attraverso workshop formativi o praticantati volontari) nelle varie realtà produttive, che vengono in parte avviati all’impiego, integrati o stabilizzati professionalmente.

L’assenza della Pubblica Amministrazione e la mancanza di una progettualità.
Le varie amministrazioni succedutesi negli anni non si sono rivelate invece attente e lungimiranti quanto le premesse inizialmente suggerivano:
- Non viene mai costituito un ente gestore;
- Non vengono fornite utili indicazioni che permettano una sintonia progettuale pluriennale e multidisciplinare;
- Non vengono mai re-investiti budget significativi, mentre le associazioni "residenti" pagano
annualmente complessivamente oltre 200.000 € di canoni di concessione
- Non c'è mai stato un confronto reale, propositivo, progettuale, tra PA e "selezionati/residenti".

La politica ha privilegiato negli anni la quotidianità o altre forme di visibilità immediata, senza riuscire a percepire la potenzialità assolutamente innovativa di un centro di produzione artistica e culturale di questa portata: nonostante l’Associazione che riunisce i laboratori (FdVLab) abbia cercato in diverse occasioni di proporre una “vision” sul futuro della struttura, non si è mai ottenuto un riscontro concreto. Ne è una prova l’utilizzo, da parte della Pubblica Amministrazione dello spazio della “Cattedrale” per mostre eterogenee in alcun modo legate da un filo conduttore logico: da Anish Kapoor alla Lego, da Body Word ai Manga, da Van Gogh ai mondiali di calcio, senza alcuna coerenza identitaria, programmatica, progettuale, ed avulsa dalle attività dei laboratori residenti.

L’identità mancante alla Fabbrica
Tutto questo ha prodotto una immagine confusa della identità della struttura nel suo complesso, scoraggiando una frequentazione più sistematica da parte della cittadinanza. Non ha aiutato il mancato avviamento delle semplici attività di socializzazione quali bar e ristoranti, ampiamente previsti nel bando iniziale, che avrebbero permesso una diversa percezione di questo spazio da parte della collettività.

I rischi di questa politica per l’Amministrazione
- Perché l’Amministrazione (nella persona dell’Assessora Bisconti) ha assunto questo atteggiamento nei confronti delle organizzazioni presenti alla Fabbrica del Vapore?
- Perché allontanare realtà di pregio riconosciuto? Con quale obiettivo?
- Perchè proprio adesso?
- Oggi il complesso presenta la metà degli spazi vuoti. Perché non differenziare le fasi incominciando a fare un bando per questi spazi liberi, assicurando una continuità alla struttura nel suo complesso?

Ranuccio Sodi
Presidente Associazione Culturale FdVLab
(Laboratori della Fabbrica del Vapore)
A nome di:
- Associazione Culturale Italiana mici Cinema d’ESSAI (AIACE)
- Associazione Culturale AIEP
- Accademia del Gioco Dimenticato
- Associazione Culturale CAREOF
- Associazione Laboratorio DAGAD
- Associazione Culturale Ilfischio.doc
- Associazione Culturale FDVLab “Progetto Residenze per Artisti”
- MACCHINAZIONI TEATRALI società cooperativa
- Associazione Culturale PROCESS
- ONE OFF srl
- RAM srl
- SHOW BIZ Visual Communications srl
- STUDIO AZZURRO PRODUZIONI srl

28/01/2016, 15:34