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Note degli autori di "Amoenus mr91 - Paradigma di un Cantiere"


Note degli autori di
Partendo dal sito di Monte Rosa 91, con i suoi riferimenti architettonici alla luce, alla trasparenza, alla natura, subito riconoscibili nella poetica di Renzo Piano, “Amoenus” si concentra sulla nuova fase di ristrutturazione del complesso, suggerendo un'indagine più generale sul concetto di “cantiere”, che diventa metafora dei processi di genesi e trasformazione, tra naturalia e artificialia: un iter “alchemico”, che dalla materia informe conduce all'oggetto compiuto. Il pensiero va anche alla vicenda intellettuale e poetica degli artisti e degli architetti, per i quali il tema del cantiere è sempre centrale, tra la fase dell'intuizione (in cui l'opera non ha contorni definiti) e quelle successive dello sviluppo razionale e materiale; senza dimenticare il ruolo dei lavoratori, protagonisti di un luogo in cui il riscatto, le difficoltà, la fatica, la speranza, l’orgoglio, le relazioni umane, le differenze culturali e sociali sono materia viva. Qualcosa di simile accade sul piano delle immagini e della visione, pensando al fenomeno della progressiva messa a fuoco: dalla luce come materia impalpabile, aurorale, alla lenta rivelazione della realtà; dalla condizione di buio e di immersione onirica, alla dischiusura dello sguardo e al lento contatto con le cose. Monte Rosa 91, nella sua veste rinnovata, così come le tre opere d'arte di Mario Airò, Stefano Arienti, Loris Cecchini, non sono mai svelati, lasciando al centro del racconto la fase della costruzione e dell'immaginazione: ciò che sta in mezzo, il tempo del transito, l'immagine-movimento che si consuma. Il titolo arriva da quel "locus amoenus" che per i Latini era ideale angolo di natura, intimo e incontaminato. Il riferimento è alla collina artificiale incastonata nel complesso architettonico, un giardino aperto al pubblico, pensato per la pausa ed il ristoro; ma anche all'idea di città e di architettura, intesi – in una prospettiva ideale – come luoghi di pace, di futuro, di convivenza tra le diversità. Etimologicamente, infine, "amoenus" significa "senza mura". Un luogo aperto, immerso nel verde e nel sole. Così Monte Rosa 91 si sviluppa attraverso le immense pareti di vetro, gli spazi adamantini e un fulcro luminoso costituito dall’ampio cortile e dalla collina stessa: una struttura i cui muri, idealmente, vengono rimpiazzati dalla luce, dall'aria, dal vento.

Helga Marsala, Pietro Leone