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Recidiva Zero - Riflessioni intorno all'Articolo 27 della Costituzione Italiana”


Regia: Carlo Turco
Anno di produzione: 2015
Durata: n.d.
Tipologia: documentario
Genere: sociale
Paese: Italia
Produzione: Associazione Savin
Distributore: n.d.
Data di uscita: n.d.
Formato di proiezione: HD, colore
Titolo originale: Recidiva Zero - Riflessioni intorno all'Articolo 27 della Costituzione Italiana”

Sinossi: Il film nasce dalla richiesta proveniente da una parte della società civile (in primis associazioni di volontariato, istituti scolastici, istituzioni pubbliche) di poter disporre di documentari di approfondimento su una realtà sociale importante e complessa come quella del carcere, al di là di stereotipi e luoghi comuni. Lo spunto di partenza del documentario è fornito dall’articolo 27, comma 3, della Costituzione italiana che recita: “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.”
Nel film vengono intervistati sull’argomento, tra gli altri, il professor Gustavo Zagrebelsky, già Presidente della Corte Costituzionale, certamente tra i massimi costituzionalisti italiani; Don Luigi Ciotti, storico fondatore di Libera e del Gruppo Abele; Bruno Mellano, Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Piemonte, oltre a molti altri tra volontari, operatori del settore, detenuti ed ex detenuti.
L'obiettivo delle interviste è quello di riflettere, partendo dal dettato costituzionale, sul senso di umanità e sul tema della “rieducazione”: se quest’ultima sia possibile oggi all’interno della complessa e variegata realtà carceraria italiana, su quanto e come la pena detentiva possa ambire a “rieducare il reo” o - meglio - riuscire a costruire validi percorsi di recupero personale e reinserimento sociale delle persone sottoposte ad esecuzione penale, interna ed esterna alle strutture penitenziarie. Altro obiettivo è riflettere sull’efficacia delle pene alternative, sul tasso di recidiva, su quali aspettative di vita possa contare un ex detenuto restituito alla società, sulla praticabilità della messa alla prova e dei lavori di pubblica utilità. Tutto questo con un’attenzione particolare rivolta alle nuove generazioni, che spesso hanno di queste tematiche una conoscenza quanto mai episodica e approssimativa e troppo spesso condizionata da un malinteso senso comune che confligge con il buon senso prima ancora che con i principi costituzionali e le dichiarazioni internazionali dei diritti umani.

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