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2004Alpi Giulie Cinema - Genti e Montagne
Data: 01/02/2022 - 24/03/2022
Luogo: Trieste, Italia
Periodo: Febbraio
Sito Web:
http://www.monteanalogo.netDescrizione:
Conosciuto anche come MontiFilm - Cinema&Montagna. edizione 2022: dal 01/02 al 24/03
31. Edizione Alpi Giulie Cinema - Genti e Montagne
TEATRO MIELA - Trieste
Martedì 1 febbraio
ore 18.00
WANDERING IN THE WHITE – 28’ (Finlandia, 2019) – Otto Heikola
Due forti ex-campioni di orienteering di decenni addietro si recano in Lapponia per una spedizione sciistica di quattro giorni. Ma quando la coppia viene colpita da una tempesta di neve in mezzo al nulla, è costretta a fare scelte difficili, in condizioni molto rischiose. Il percorso, un tempo familiare, si rivela un’impresa impossibile: qual è la direzione giusta, e come ritrovare casa quando non si riesce a distinguere la terra dal cielo?
EVEREST – THE HARDWAY – 52’ (Slovacchia, 2020) – Pavol Bàrabas
E’ possibile scalare la via più difficile dell’Everest in stile alpino? Chris Bonigton, il famoso scalatore inglese, ha chiamato questa via “The hard way” e ha dichiarato che è impossibile. Quattro scalatori slovacchi accettano la sfida e nel 1988 affrontano la via più diffcile della loro vita, senza via d’uscita.
ore 20.30
CHOLITAS – 80’ (Spagna, 2019) – Jaime Murciego, Pablo Iraburu
Premio del pubblico al miglior film d’alpinismo – Trento Film Festival 2020
Cinque donne indigene boliviane affrontano una spedizione unica nel suo genere: come gesto di liberazione e di emancipazione, decidono di scalare l’Aconcagua, la montagna più alta d’America. L’immagine è sorprendente: scalano indossando le loro gonne tradizionali. Sono più che alpiniste, sono donne coraggiose che trovano nella montagna uno spazio per sentirsi libere, felici e vive. La loro avventura mostrerà al mondo un modo entusiasmante di essere donna, di vivere la tradizione e rapportarsi con Madre Natura.
Martedì 8 febbraio
ore 18.00
VENIA – 18’ (Italia, 2021) – Emanuele Confortin
L’alpeggio rappresenta da secoli l’essenza delle professioni di montagna. Il lavoro con gli animali al pascolo e la gestione di una malga sono attività complesse, a lungo tramandate di generazione in generazione. Ancora oggi, nel Ventunesimo secolo, ci sono ragazze e ragazzi che scelgono di cogliere il testimone e dedicarsi alla vita di malga. Accade per i “figli d’arte”, giovani nati e cresciuti tra le montagne, per i quali le scelte professionali seguono un percorso in parte già segnato. Altri arrivano all’alpeggio per presa di posizione, spinti dalla passione per la natura e gli animali. Nell’uno e nell’altro caso, per diventare malgaro di professione servono senso del sacrificio e una spiccata professionalità, maturata con la pratica e, mai come oggi, attraverso un percorso di studi dedicato.
DIGA – 38’ (Italia, 2021) – Emanuele Confortin
Premio Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO e SAT (Società Alpinisti Tridentini); Premio Museo Usi e Costumi della Gente Trentina – Trento Film Festival 2020
Ad autunno lasciano le Alpi per cercare l’erba in pianura, tornando solo a primavera. La pastorizia transumante è oggi nelle mani di ragazze e ragazzi consapevoli di aver colto il testimone di saperi antichi, legati alla tradizione ma proiettati in un contesto globale. Tra questi ci sono i Baldessari della Val di Fiemme detti Diga, pastori transumanti da quattro generazioni. Per loro le regole del gioco sono cambiate. Conseguenza dell’iper-urbanizzazione, del ritorno dei grandi predatori, del Covid-19 e di un mercato poco prevedibile, passato dalle macellerie di paese ai bastimenti diretti in Libia. È questa la testimonianza dei Diga, a partire da Renato Baldessari, padre orgoglioso di Chiara e Angelica, e zio di Sergio, ventenni o poco più appassionati di un mestiere complesso, cruciale per la sopravvivenza dei saperi di montagna, la cui continuità impone nuove sfide, una tra tutte ritrovare l’equilibrio tra uomo e ambiente naturale.
ore 20.30
KINNAUR HIMALAYA – 76’ (Italia, 2020) – Emanuele Confortin
Premio Mountain Wilderness – Torelló Mountain Film Festival 2020 (Spagna)
Il Kinnaur è un distretto tribale dell’Himalaya indiano situato tra il Tibet e la piana gangetica. Un luogo di spiriti, di esorcismi e di grandi cime dove sopravvive il culto dei grokch, gli oracoli di villaggio. Dopo secoli di isolamento, negli ultimi decenni il Kinnaur ha dovuto fronteggiare le sfide di una modernità incalzante. La monocoltura delle mele è la più evidente. In trent’anni la melocrazia ha imposto nuove logiche economiche, stravolto gli equilibri sociali e sostituito antiche attività agro-pastorali. Le mele hanno portato una ricchezza prima impensabile, trasformando il Kinnaur da terra di diaspora a destinazione per migliaia di migranti, in arrivo dall’India rurale e dal Nepal. La parabola della melocrazia potrebbe però avere vita breve. Colpa della crisi idrica e del riscaldamento globale, evidenti a tal punto da rendere il Kinnaur un modello utile per comprendere gli effetti del cambiamento climatico in Himalaya.
Martedì 15 febbraio
dalle ore 18.00 alle ore 23.00 – premiazione ore 20.30
HELLS BELLS SPELEO AWARD
Il programma di sala sarà pubblicato sul sito www.monteanalogo.net
Il concorso, dedicato specificamente a documentari, reportage e fiction di speleologia, in collaborazione con la Commissione Grotte Eugenio Boegan gruppo della Società Alpina delle Giulie, Sezione CAI Trieste, è giunto alla decima edizione. Anche quest’anno sarà possibile fruire di un’ampia carrellata di video riguardanti i più interessanti e coloriti aspetti della speleologia esplorativa e di ricerca. La giuria di Hells Bells Speleo Award 2022 è formata da Igor Ardetti, Miha Staut e Fulvio Mazzoli.
BAR LIBRERIA KNULP
Giovedì 17 febbraio
ore 18.00
Presentazione del libro MAGICO VELEBIT di Chiara Schiavato Veranić (in collaborazione con WWF)
Per l’autrice i monti del Velebit (Croazia) sono stati i “monti dietro casa”, esplorati, attraversati e assaporati piano piano nel corso di cinquant’anni. Percorrendo il lungo sentiero che li attraversa, ne illustra alcune caratteristiche e preziosità. I Velebit, caratterizzati da spettacolari panorami verso il mare e le isole del Quarnero, sono boscosi, punteggiati da praterie, pascoli, ambienti rupestri, doline, “polje” e profonde cavità ipogee. Territori carsici aspri e severi che ospitano una elevata biodiversità floristica e faunistica.
Chiara Schiavato Veranić e nata a Fiume (Rijeka) in Croazia nel 1955. Si è laureata con una tesi in Paleontologia alla Facolta di Scienze naturali dell’Università degli Studi di Trieste. Ha curato delle rubriche su La Voce del popolo, il quotidiano italiano dell’Istria e del Quarnero, raccontando con passione e competenza la ricca biodiversità croata. Chiara ci ha lasciato alla fine del 2020.
A completamento della presentazione di Magico Velebit, verrà proiettato l’audiovisivo “Velebit, tra le isole e il cielo” di Roberto Valenti, un’esperienza di trekking del 2001, sulla grande traversata del Velebitski Planinarski Put, il celebre Sentiero alpino del Velebit.
Giovedì 24 febbraio
ore 18.00
THE IMMAGINARY LINE – 11’ (Stati Uniti, 2019) – Kylor Melton
Durante il più lungo shutdown governativo della storia americana, un team dal Messico e uno dagli Stati Uniti hanno installato una highline attraverso il confine: “In un mondo che cerca costantemente di separarci, siamo qui per riunirci, per attraversare quelle linee immaginarie che ci dividono…”
ON FALLING – 13’ (Canada, 2020) – Josephine Anderson
Tre giovani donne riflettono sulle loro esperienze di mountain-bikers professioniste, offrendo una riflessione sui limiti del corpo e della mente. Con Miranda Miller (campionessa del mondo UCI di downhill), Andréane Lanthier Nadeau (medagliata Enduro World Series) e Brittany Phelan (pro-rider e medagliata olimpica invernale).
CERVINO, LA CRESTA DEL LEONE – 34’ (Italia, 2021) – Hervè Barmasse, Alessandro Beltrame
Il Cervino è una delle montagne più belle al mondo, oltreché difficile da scalare, per cui è una delle ascensioni più ambite dell’arco alpino. Lo sa bene Hervé Barmasse che nella veste di guida alpina e divulgatore d’eccezione ci accompagna sulla via normale italiana, la Cresta del Leone, considerata la via regina delle Alpi.
ALLEIN – 10’ (Germania, 2018) – Franz Walter
Franz Walter per festeggiare i suoi 50 anni, l’alpinista e la guida alpina Robert Jasper partono per una spedizione solitaria in Groenlandia. Lascia il piccolo villaggio di Kulusuk con il suo kayak, e dopo dodici giorni passati pagaiando e trasportando materiali raggiunge il suo campo base ai piedi del Molar Spire. Con calma, concentrato e in solitudine inizia la salita di questa parete rocciosa di 500 metri.
SHARED VISION – 22’ (Regno Unito, 2019) – Keith Partridge Red Széll
Keith Partridge Red Széll ha sempre avuto un’indole avventurosa. Dopo la conquista gli iconici Old Man of Hoy e Old Man of Stoer, rimane solo l’Am Buachaille per completare la trilogia dei pinnacoli marittimi scozzesi. Raggiungere la partenza della scalata richiede una sorta di triathlon: mountain bike, arrampicata lungo falesie e una nuotata in piena mareggiata. Poi ha solo quattro ore per arrivare in cima e scendere, prima che l’oceano si scateni. Red è cieco, la sua storia è un viaggio che va oltre il visibile.
ore 20.30
SELMA – AN ADVENTURE FROM THE EDGE OF THE WORLD – 93’ (Argentina, Polonia, 2020) – Maciej Jablonski
Selma racconta l’incredibile storia dell’equipaggio della barca a vela polacca “Selma Expeditions” e il loro viaggio nelle acque più difficili del mondo. Undici membri dell’equipaggio affrontano l’eroica sfida di raggiungere la Baia delle Balene in Antartide, trascorrendo quasi quattro mesi a bordo di un piccolo yacht per raggiungere il punto più meridionale.
Giovedì 3 marzo
ore 18.00
GODSPEED, LOS POLACOS – 88’(Perù, Polonia, USA, 2020) – Adam Nawrot
Nella città di Cracovia, durante la guerra fredda, un gruppo di studenti universitari formò un club di kayak per spezzare la monotonia della vita sotto il dominio comunista e per esplorare i loro fiumi locali. Finché non puntarono all’impossibile: una spedizione di kayak nelle Americhe. Muniti di un camion militare a sei ruote, attrezzatura fatta in casa, e poca o nessuna abilità.
ore 20.30
OCEAN TO SKY – 106’ (Australia, Nuova Zelanda, 2019) – Michael Dillon
Poco dopo la tragica morte della moglie e della figlia minore, Sir Edmund Hillary, profondamente depresso, intraprende una terapeutica avventura: un’epica spedizione lungo il corso del sacro fiume Gange. Proprio quando l’India comincia a dare i suoi magici benefici, Hillary si trova in pericolo di vita. Versione totalmente nuova di From the Ocean to the Sky, Genziana d’Oro nel 1980, il film è un ritratto intimo di Hillary, e comprende un inedito commovente resoconto del suo salvataggio dalla morte.
Giovedì 10 marzo
ore 18.00
QUERSCHNITT – 16’ (Italia, 2019) – Elisa Nicoli
Maria Walcher, artista sudtirolese, parte nella primavera 2018 con il suo furgoncino VW e viaggia per i luoghi più remoti dell’Alto Adige. Nelle piazze dei paesi allestisce una sartoria mobile, alla quale tutti sono invitati a partecipare, in uno scambio interculturale tra sarti, tessitori locali, artisti provenienti da varie zone del mondo e semplici passanti.
SENZA VOCE, LA STORIA DI STREGONI – 48’ (Italia, 2021) – Joe Barba
Due anni e mezzo con Stregoni, il progetto musicale di Johnny Mox e Above the Tree, per comprendere ciò che accade all’interno e all’esterno dei confini di un continente che sta vivendo la peggior crisi politica dalla creazione dell’ Unione Europea. Un vero esperimento musicale nei centri di accoglienza e nei club di tutta Europa, che cerca di raccontare cosa succede nelle nostre città. Una “colonna sonora” che raccoglie le voci e i suoni delle persone che lottano lungo i confini del Vecchio Continente.
TIME TO LEAVE – 51’ (Turchia, 2019) – Orhan Tekeoglu
Dopo aver lavorato per molti anni in Germania, l’ottantenne Hasan torna in Turchia e si trasferisce nella sua vecchia casa di legno in montagna, tra le sue mucche e i suoi vitelli. Il figlio di Hasan, Erdoğan, rimasto in Germania, è affetto da una grave malattia e il suo ultimo desiderio è quello di passare qualche notte nella baita del padre, addormentandosi al suono del vento. Hasan, che in passato ha trascurato il figlio, si mette al lavoro per preparargli una stanza e renderlo possibile. È una gara contro il tempo, dopo aver terminato i preparativi, non gli resta che aspettare il suo arrivo.
ore 20.30
PIERA – 8’ (Francia, 2019) – Christophe Galleron
Piera, una montanara italiana, è una specialista dei ghiacciai. Vagando per la massa di ghiaccio in via di sparizione evocherà il fantasma di suo nonno, Angelo, misteriosamente scomparso in alta montagna.
FISSURE – 26’ (Svizzera, 2018) – Christophe Margot
La storia dello svizzero Didier Berthod, uno dei migliori arrampicatori su roccia al mondo, che ha deciso di farsi prete. Nel 2003 Fred Moix ha assicurato Berthod durante la prima salita del Greenspit, scattando alcune foto, pubblicate poi in tutto il mondo. Un grande passo per entrambi. Nel 2006 Didier ha tentato la scalata del Cobra Crack in Canada, ma un infortunio al ginocchio ha fermato la sua ambizione. Ha interpretato questo incidente come “la risposta di Dio alle sue preghiere”, e preso i voti.
IL CERCATORE D’INFINITO – 47’ (Italia, Regno Unito, 2020) – Andrea Azzetti, Federico Massa
“Dio non mi chiederà quante montagne ho conquistato ma cosa ho fatto per gli altri”: questo il messaggio di Armando Aste, grande rocciatore, scomparso nel 2017. Il documentario mostra gli autori nei luoghi che hanno formato l’uomo e l’alpinista, andando all’origine della sua fede. Il viaggio termina in Africa: all’inaugurazione di un ospedale realizzato con una donazione di Aste. La riflessione sui valori che ispirano la montagna si apre a una riflessione sull’uomo e i suoi limiti.
Giovedì 17 marzo
ore 18.00
TALKING SOIL – 28’ (Bosnia Erzegovina, Svizzera, 2018) – Jan Baumgartner
Dalla fine della guerra in Jugoslavia si incontrano una volta all’anno, da qualche parte in Bosnia ed Erzegovina. Il terreno che calpestano è pieno di pericoli, Una minaccia che, anche dopo vent’anni, può ancora uccidere e ferire le persone. Il loro ruolo di sminatori non è stato riconosciuto dallo Stato, e così quel sentimento di costante incertezza è diventato per loro la norma. Non però la sensazione di essere lavoratori senza una professione.
HOLY BREAD – 54’ (Iran, 2020) – Rahim Zabihi
Genziana d’oro Miglior film d’alpinismo, popolazioni e vita di montagna; Premio Forum per la Pace e i Diritti Uman (Trento Film Festival 2020)
Il documentario narra dei “Kulbar” curdi, lavoratori che cercano di mantenere le famiglie trasportando a piedi le merci lungo il confine iraniano. Molti muoiono nel tentativo, sorpresi da bufere di neve o colpiti dalle armi della polizia di frontiera. La troupe ha seguito questi “Kulbar” per nove anni e ci mostra come loro sopravvivano ai margini della società, circondati da povertà, fame e disperazione.
ore 20.30
TREELINE – 45’ (Canada, 2018) – Jordan Manley
Con pazienza e in silenzio, gli alberi resistono. Sono gli esseri viventi più antichi che conosciamo da quando siamo sulla terra. Forniscono il nostro rifugio, il nostro carburante, sono il nostro complemento e, per alcuni, una divinità. Sono ponti viventi con il vasto passato del nostro pianeta, le loro storie segrete sono state inscritte nei loro anelli nel corso dei secoli e persino dei millenni. Treeline ci porta nei cipressi del Giappone, negli imponenti cedri rossi della British Columbia, in Canada, e negli antichi pini Bristlecone del Nevada, seguendo un gruppo di sciatori, snowboarder, scienziati e guaritori che si muovono al di qua e al di là di questi giganti ed esplorano una convivenza più antica di quella del genere umano.
PUSHED UP THE MOUNTAIN – 76’ (Cina, USA, 2020) – Julia Hallet
E’ un film poetico ed intimo sulle piante e le persone che se ne prendono cura. Attraverso la storia delle migrazioni del rododendro, oggi a rischio di estinzione nella sua nativa Cina, il film rivela quanta alta sia la posta in gioco per tutti gli organismi viventi, in questo periodo di distruzione senza precedenti del mondo naturale. Partendo dal giardino del padrino di Julia Haslett nelle Highlands scozzesi, il film viaggia tra i conservazionisti in Scozia e in Cina che dedicano la loro vita alla sopravvivenza del rododendro. Le pazienti riprese del loro lavoro si combinano ad antiche vedute paesaggistiche e con l’ispirata narrazione della regista, per creare un film che invita a riflettere sugli sforzi necessari a proteggere la natura dell’umanità, e per l’umanità.
Giovedì 24 marzo
dalle ore 18.00 alle ore 23.00 – premiazione ore 20.30
XXVII PREMIO ALPI GIULIE CINEMA “La Scabiosa Trenta”
Il Premio, riservato alle produzioni cinematografiche di autori originarie delle regioni alpine di Friuli Venezia Giulia, Slovenia e Carinzia dedicate alla montagna (sport, cultura e ambiente), verrà consegnato quando saranno proiettate le produzioni premiate dalla giuria, quest’anno formata da Luca Gubbini (istruttore arrampicata FASI), Andrea Bellavite (giornalista) e Giorgio Gregorio (alpinista regista).
Il nome del premio richiama il fiore alpino immaginario cercato per una vita dal grande pioniere delle Alpi Giulie, Julius Kugy.
Un artista scelto nell’ambito regionale interpreta ogni edizione questo fiore che costituisce il principale riconoscimento del concorso. Quest’anno “La Scabiosa Trenta” in occasione della XXVII edizione è stata ideata da Irina Goruppi, studentessa della minoranza slovena in italia all’Accademia di Arti Visive ALUO di Lubiana.