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2012Lavori in Corto
Data: 04/11/2016 - 07/11/2016
Luogo: Torino, Italia
Periodo: Ottobre
Sito Web:
http://lavoriincorto.itDescrizione:
Concorso cinematografico per la realizzazione di cortometraggi sulla tematica del lavoro come mezzo di inserimento e integrazione sociale, con particolare attenzione alla realtà delle persone emigrate e immigrate. edizione 2016: dal 04/11 al 07/11
5. Edizione Lavori in Corto
4 NOVEMBRE 2016
Ore 18.30
BIBLIOMEDIATECA MARIO GROMO
via Matilde Serao 8/A, Torino
Evento speciale - OMAGGIO a TEO DE LUIGI
- L’urlo del ‘68" raccontato da Adriano Sofri di Teo De Luigi (2005, 35′)
Nel 1968 la Nazionale italiana di calcio vince per la prima e unica volta il Campionato Europeo, ma la memoria comune ne conserva un labile ricordo. Perché? Forse la nascita del movimento studentesco, le lotte operaie, la guerra del Vietnam, gli assassinii di M.L. King e di R. Kennedy, misero in secondo piano il calcio? È una storia che Adriano Sofri racconta dalla condizione di detenuto e parte direttamente dal “campetto” del carcere, dove si misura attivamente col gioco del pallone.
- Rapiti ‘78 raccontato da Adriano Sofri e Julio Velasco di Teo De Luigi (2005, 36′)
Maggio 1978, la Nazionale italiana di calcio, la prima di Bearzot, parte per i Mondiali in Argentina. Il mondo del calcio non poteva non avvertire il clima di terribile sofferenza del paese, segnato dal terrorismo. Nello stesso momento, dall’Argentina arrivano i primi echi della dittatura di Videla, col tragico fenomeno dei “desaparecidos”. Dunque, ancora un evento sportivo per “accantonare” la vita sociale e politica? Partono da questo interrogativo i due narratori, Adriano Sofri, dal carcere, e Julio Velasco, dallo spogliatoio della squadra di pallavolo. I loro pensieri affrontano le contraddizioni di quell’epoca tragica che, stranamente, è permeata da uno sfondo sportivo emozionante e coinvolgente.
5 NOVEMBRE 2016
Ore 21.00
LABORATORI DI BARRIERA
via Baltea 3, Torino
Film FUORI CONCORSO
- Per non perdermi – Not to get lost di Marco Monfredini (2013, 10')
La protagonista, una figura leggera su un asfalto pesante, corre per non perdersi. Per arrivare fin dove è necessario. Per scavalcare le barriere fisiche e mentali. Sta ferma e immobile, danza mentre la guerra la circonda e divora non solo la sua carne. L’odio lo tratta dapprima con imbarazzo, poi con rabbia fino ad arrivare al distacco.
- Amunì di Manuel Coser (2014, 34')
Suono di secondino, chiavi che ondeggiano seguendo un passo in avvicinamento. Siamo dentro la Casa di reclusione R. Morandi di Saluzzo, provincia di Cuneo, un agente raggiunge la soglia di un’ampia sala sbarrata da una lunga fila di sedie allineate. Ai cancelli esterni del carcere si raduna un gruppo di persone in attesa. E’ il pubblico che assisterà ad Amunì, spettacolo teatrale che apre le porte del carcere e presta il palco ai detenuti per mettere in scena una storia che costituisce una metafora del loro stesso vissuto.
- Il sarto dei tedeschi di Antonio Losito (2015, 15')
Luglio 1944. Paolino deve fare un vestito all'ufficiale nazista Rudolf Schmidt. Anche Lucia commissiona un vestito a Paolino, per il capo dei partigiani. Lucia viene catturata e fucilata da Schmidt. Ora Paolino deve fare qualcosa.
- Uma di François Gremaud (2014, 12')
Fare immagini dentro un carcere non è un atto gratuito, dovevo capirne la portata, le dimensioni che poteva avere per me. Umanità e poesia. Ho volontariamente cancellato tutte le immagini che si riferivano all’imprigionamento, perché l’importante non era che il mio lavoro si sviluppasse in un istituto di pena, ma tutto quello che conta è che è esistito e che ha permesso a degli uomini di uscire da una realtà quotidiana per esplorare un territorio che prima non conoscevano, per conquistare la libertà virtuale (ma reale) e potente che è l’immaginazione. François Gremaud
- Centro Barca Okkupato di Adam Selo (2016, 18')
Un gruppo di giovani anziani decide di occupare il circolo ricreativo che frequentano quotidianamente: Franco, il proprietario, li vuole cacciare a causa di alcuni mancati pagamenti di affitto, ma Antonio, il capo dei "rivoluzionari", e gli altri compagni non ne vogliono sapere. Il tutto raccontato attraverso il bizzarro reportage della giovane Luce, la quale contribuirà a un'auspicabile mediazione tra le parti.
- Anche se non sono gigli di Gianluca Nieddu (2013, 27')
La speranza disillusa in ciò che accadrà usciti dal carcere. Il desiderio di una vita normale annichilito dal timore di non essere accettati, di dover convivere con un marchio indelebile, di essere costretti a reiterare il reato. Anche Se Non Sono Gigli è un progetto sviluppato all'interno della casa circondariale di Macomer attraverso l'attuazione di un corso di alfabetizzazione cinematografica durante il 2013.
6 NOVEMBRE 2016
Ore 16.00
CECCHI POINT – HUB MULTICULTURALE
Via Antonio Cecchi 17, Torino
Film FUORI CONCORSO – Speciale infanzia
- Maestra, ma tu che lavoro fai? di Francesca Cangiotti e Ciro Abd El (2016, 28' 34'')
Cosa succede in una classe elementare quando la percentuale di alunni stranieri sfiora il 90%? Lo racconta un gruppo di insegnanti che affronta questa realtà nella Scuola Aurora, dove i maestri diventano un riferimento fortissimo che i bimbi vivono con naturalezza, al punto di andare a chiedere all’insegnante:“Maestra, ma tu che lavoro fai?”. Il film racconta con occhi e voci diversi la storia di questa realtà, lasciando spazio ai bambini ed alla voce dei genitori e degli insegnanti.
- I'm festival di Alessio Perisano e Mario Vezza (2015, 20')
Ibrahim come ogni anno aspetta di rincorrere gli artisti che faranno esplodere le strade di colori, suoni e di spettacoli straordinari. La città turca di Mardin accoglie il più grande Festival di Circo Sociale in Turchia. L'evento è organizzato dall'associazione Her Yerde Sanat (Art Anywhere) che ha lo scopo di creare la prima scuola di circo nazionale per bambini e renderla punto di riferimento culturale e artistico per i giovani della città. Ogni anno l'emozione si riaccende con più di settanta artisti che si catapultano qui da tutto il mondo per riscoprire i sorrisi felici dei bambini che rendono magica ogni cosa.
Ore 20.30
IL MOVIE - sede di Film Commission Torino Piemonte
via Cagliari 42 - Torino
Film IN CONCORSO
- Siamo tutti in transizione realizzato dagli studenti del Liceo Laura Bassi di Bologna (2015, 26')
Tre giovani protagonisti raccontano le loro esperienze di transessualità e transgenderismo: la loro quotidianità, le loro battaglie quotidiane per vedere riconosciuti i loro diritti. Un documentario realizzato da adolescenti, studenti del Liceo Laura Bassi.
- Porrajmos di Angelica Taurisano (2016, 10')
Per Porrajmos si intende lo sterminio dei Rom durante la seconda guerra mondiale. Il campo di concentramento di Jasenovac, atroce quanto misconosciuto, venne realizzato al confine fra la Croazia e la Bosnia. Le testimonianze dello sterminio sono rare poiché, subito dopo la fine della guerra si cercò in ogni modo di cancellarne la memoria per cercare di riunire la nazione jugoslava.
- La carne dell'orso di Paolo Giacobbe e Andrea Porcu (2016, 18')
1938, Torino. Primo Levi e Sandro Delmastro, due studenti di Chimica dell'Università di Torino, si incontrano tra i banchi del laboratorio di Analisi Qualitativa. Per quanto i due ragazzi abbiano carattere e passioni differenti, si riconoscono come spiriti affini. Nasce così un'amicizia che culminerà con una rocambolesca avventura in montagna. Qui i due ragazzi "assaggeranno" quella libertà, fisica ed intellettuale, che inevitabilmente condizionerà le loro scelte future.
- Awake di Cesare Ambrogi (2016, 11')
Kholeho è un musicista. Quando era in prigione in Africa ha scoperto come la musica, anche se povera, sia il più grande strumento che gli uomini hanno a disposizione per restare uniti e forti, per entrare in contatto con i propri antenati e con se stessi. Awake nasce come cortometraggio biografico su Kholeho Mosala, musicista di origine sudafricana.
- Volare via di Valerio Oldano (2016, 9')
Lara, Sergio e Giorgia Paoli non ricordano di essere una famiglia e nessuno sa dei segreti dell’altro. La notte della finale Italia - Germania scopriranno di essere uniti dallo stesso desiderio.
- Uomini di cera di Gabriele Nugara (2016, 4')
Due figurine in plastilina divise da un muro si cercano, tentano di scavalcare l'ostacolo che si frappone al loro incontro. Un altro omino tumefatto e imprigionato nel ghiaccio giace in attesa dello scioglimento, della libertà. Da un blocco più massiccio ribolle il desiderio di libertà di un'altra figurine blu, un altro detenuto.
- Il sole a scacchi di Giuseppe Zampella (2014, 15')
Giacomo, un carcerato di sessant'anni, sta scontando una pena in una cella singola. Schivo e introverso trova nella pratica del disegno la sua forma di libertà.
- Sunday di Danilo Currò (2015, 23')
Fasasi Sunday lascia la sua casa, la Nigeria, perché non è più possibile per lui, come per molti altri, restarci. Questo ragazzo, diciassettenne, si racconta alla camera con la sincerità e l’ingenuità di un ragazzino, ma con la consapevolezza di chi ha visto i suoi compagni morire per mare. Ci parla dei suoi sogni, delle sue sensazioni, delle sue idee sul viaggio, sul mare, ma anche della sua nostalgia per la cultura africana.
7 NOVEMBRE 2016
Ore 20.30
CINEMA MASSIMO
via Verdi 16 – Torino
Film IN CONCORSO e PREMIAZIONE
- Dust - la vita che vorrei di Gabriele Falsetta (2015, 20')
Dust è l’epopea di otto disabili fisici e psichici che vivono all’interno di un Istituto, il Cottolengo di Torino, da più di cinquant’anni. (Non è una sceneggiatura o una favola e neanche un tentativo di raccontare il disagio vissuto da queste persone). Attraverso un percorso creativo teatrale questi personaggi in cerca d’autore mettono in scena se stessi e la vita che vorrebbero.
- La révolte du rêveur di Francesco Della Noce (2014, 4')
Rinchiuso in un’angusta cella, Andrea tenta la via del suicidio per porre fine alla sua angoscia esistenziale. Costretto dal suo corpo inanimato a non poter porre fine alla sua sofferenza, colto dalla disperazione, trova rifugio nel sogno. La trasformazione onirica gli permette di evadere e gli gli aprirà la strada alla libertà e alla consapevolezza superiore dell’unione che lega tutti gli esseri.
- Paganini non ripete di Giacomo Costa (2016, 15')
Paganini non ripete è una storia di liutai, di persone capaci dall'interno di un carcere di trovare riscatto, lo stesso riscatto che loro concedono al legno grezzo trasformandolo in uno strumento unico e speciale. Il violino è la loro libertà, è la voce di persone che, pur vivendo in uno stato di costrizione, sono capaci di infondere nel mondo una sublime bellezza.
- Displaced di Milad Tangshir (2016, 9')
Un breve documentario sulla situazione dei rifugiati al confine tra Austria e Slovenia girato nell'ottobre 2015, durante un viaggio sui confini dell’Austria, della Croazia, della Slovenia e dell’Italia finanziato da Poa Onlus per documentare l’arrivo dei profughi nei campi. Una enorme folla di bambini e anziani avanza in silenzio, e nonostante il freddo e le difficoltà non perde la speranza in un futuro migliore.
- Fuori di vista di Francesco Cerrone (2016, 18')
È la storia di come un uomo comune possa trovarsi dall’oggi al domani a perdere tutto ciò che aveva, a ritrovarsi solo, per strada e senza niente. Essere un fuori di vista, vivere ai margini, ricevere per strada solo sguardi di odio, indifferenza e finta compassione. Una riflessione sulla società attuale e sulla possibilità di come tale storia possa esserci più vicina di quanto ci si aspetti.
- BurattUomia di Valeria Zecchinato (2014, 4')
Girato in seguito ad una visita presso la Casa Circondariale Lorusso Cotugno di Torino. Un essere umano viene imprigionato dalla società che lo circonda, dalle convenzioni, dai suoi errori e dalle una, nessuna e centomila maschere di se stesso. Sogni, incubi e realtà; un viaggio nella coscienza di un uomo reso burattino. Il tempo lento ed ossessivo della clausura scorre e forse il BurattUomo riuscirà a liberarsi e a trovare la sua anima più vera.
- In-box di Misia Mormina (2015, 4')
Siamo tutti prigionieri in una scatola invisibile che ci impedisce di essere liberi e di esprimere noi stessi. Il tempo e lo spazio all'interno della città diventano invivibili, gli spazi si restringono e il tempo diventa sempre meno, e cosi noi siamo rinchiusi in questa dimensione claustrofobica, da cui tentiamo di liberaci ma dalla quale diventa impossibile fuoriuscire.
- No Country di Paolo Bandinu (2016, 2' 21'')
Attraverso il recupero di varie cartoline e volantini ho creato un video-collage. Il lavoro cerca di ricostruire attraverso le visioni del mondo, una storia, un viaggio, un percorso che ci porta ad una riflessione sul concetto di paese. Un paese visto come pianeta terra, città, universo in cui si cerca di mettere in discussione l'idea di confine. Un pensiero che punta al concetto di libertà di ogni individuo umano.