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Centenario Pasolini





Venerdì 12
Comizi d’amore (Italia, 1964)
“Comizi d’amore è un film-inchiesta, presentato da Pasolini e dal giornalista Lello Bersani, sulla questione sessuale, destinato a combattere l’ignoranza e la vergogna (o paura) che esperimentano le genti di fronte all’argomento. Alcuni tra i rispondenti, trovati per caso sulle strade, industrie, uffici, dicono quello che pensano; altri, invece no, a causa della paura e della vergogna. Si trattano tabù morali e socali come il divorzio, la omosessualità, l’aborto, le madri singole, la prostituzione… Offre un’immagine reale, diretta, senza vernici dell’Italia dell’epoca (…) Il film appena ha circolato, e si è imbattuto contro grandi problemi di intendimento, poiché coloro che rispondevano lo facevo in dialetti e accenti e giri quasi incomprensibili dagli abitanti di altre regioni". (Enric Ripoll-Freixes, Bio-filmografia di Pasolini. Testo che appartiene al libro Trilogia della vita. Casa Editrice Aymá, 1976).
Pellicole restaurate dalla Cineteca di Bologna.
Alle 15 e 18.30 ore. (92’; DCP)


Sabato 13
Il Vangelo secondo Matteo (Italia, 1964)
Con Enrique Irazoqui, Margherita Caruso, Susanna Pasolini.
“In questo film, Pasolini traccia un paragone tra la sua figura contestataria e quella di Gesù. Questa rilettura del testo evangelico è contemporanea a un momento particolare della Chiesa che coincide con la grande apertura vaticana propiziata dal papa Juan XXIII, e dalla storica enciclica Pacem in terris (1963), che incentivava il dialogo tra cattolici e marxisti, dopo il lungo periodo di ortodossia di Pio XII”. (Néstor Tirri, Habíamos amado tanto a Cinecittá. Casa Editrice Paidós, 2006).
“Il vangelo mi poneva il problema seguente: non potevo raccontarlo come una narrazione classica, perché non sono credente, ma ateo. D’altra parte, volevo registrare il Vangelo di San Matteo, ovvero la storia di Cristo figlio di Dio. Di conseguenza non potevo essere io il narratore. Così, senza saperlo, sono stato costretto a cambiare tutta la mia tecnica cinematografica, e nacque questo magma stilistico che è appunto il cinema di poesia". (Pier Paolo Pasolini, intervistato da Jea" Louis Comolli. Cahiers du Cinema, n. 169, agosto 1965).
Alle 14.30 e 17.30 (137’; DM)

Domenica 14
Il Decameron (Italia/Francia, 1971)
Con Ninetto Davoli, Franco Citti, Pier Paolo Pasolini.
“Dopo Medea (1969) ho fatto questo gruppo che chiamo ‘Trilogia della vita’, vale a dire, film sulla corporalità umana e sul sesso. Questi film sono abbastanza facili, e li ho fatti per contrapporre al presente consumista un passato recentissimo in cui il corpo umano e i rapporti umani erano ancora reali. Nonostante fossero arcaiche, prestoriche, volgari, erano reali, e opponevano questa realtà alla irrealtà della civilizzazione consumista”. (Pier Paolo Pasolini).
"Il Decameron si appoggia in una particolare struttura binaria, i cui poli sono Ciappelletto (il ladro e assassino che sarà seppellito come santo, questa storia utilizza Boccaccio per aprire i suoi cento racconti) e il discepolo di Giotto. Il primo è il collante della prima parte del film, e dopo la sua morte è il secondo che occupa il suo luogo fino alla fine. Con questo accorto procedimento, Pasolini riesce a conferire unità a quello che altrimenti potrebbe risultare una narrazione episodica”. (José Luis Guarner, prefazione del libro Trilogía de la vida. Casa editrice Aymá, 1976).
Alle ore 15 (111; DM).
Il fiore delle mille e una notte (Italia/Francia, 1974)
Con Ninetto Davoli, Franco Citti, Tessa Bouché.
“La ‘Triologia della vita’ di Pasolini segna la piena maturità di uno stile di narrazione ammirevolmente ellittico, meravigliosamente calcolato, che gestisce con grande saggezza le transizioni brusche, brutali, allo stile di Rossellini. Non si tratta di un risultato casuale, ma del frutto di una serie di ricerche consapevoli, iniziate con il bellissimo epilogo di Comizi d’amore, le nozze di Tonino e Graziella, e la sorprendente prefazione di Edipo Re, e che culmineranno con l’esperienza limite di Teorema (…) Ma bisogna citare, anzitutto e prima di tutto, la storia di Aziz, Aziza e Budur – storia sublime di una donna che sacrifica la sua vita per l’amore di un uomo – in Il fiore delle mille e una notte, un autentico film dentro del film. È il più bel momento della Trilogia e uno dei più grandi traguardi della poetica pasoliniana: un senso eccezionale della sintesi ricrea una narrazione con sorprendente economia di mezzi, facendo sì che un racconto fatto dalle più violente transizioni abbia l’apparenza leve e tranquilla delle favole". (José Luis Guarner).
Alle 18 ore (130’;DM).

Martedì 16
Mamma Roma (Italia, 1962)
Con Anna Magnani, Ettore Garofolo, Franco Citti.
“Per Pasolini, a differenza di Accattone, Mamma Roma è un film che penetra nelle anime sempre più confuse e non riesce ad accedere a indagini psicologiche più complesse. Quello che m’interessa di più del film è il dibattito morale, anche se primitivo, dentro alle anime.
In questo film, mi sono interessato di più per una casuistica morale che per un'epica. Mamma Roma anche è, come quasi tutta la cinematografia di PPP, un film confessionale, in quanto esprime autobiograficamente un momento concreto della vita dell’autore. Lo stretto rapporto tra Pasolini e sua madre è latente nel film, realizzato nello stesso periodo in cui scriveva poemi come ‘Supplica a mia madre’ (del libro Poesia in forma di rosa): ‘Sei insostituibile. Per questo è dannata Alla solitudine la vita che mi hai data. E non voglio esser solo. Ho un’infinita fame D’amore, dell’amore di corpi senza anima. Perché l’anima è in te, sei tu, ma tu sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù”. (Luciano Monteagudo, Página/12).
Alle 15 e 21 ore (106’; DCP).
I racconti di Canterbury (Italia/Francia, 1972)
Con Hugh Griffith, Ninetto Davoli, Franco Citti, Pier Paolo Pasolini.
“Fino a quel momento io avevo avuto pretesti ideologici per fare film; con questa trilogia i miei pretesti sono di ordine ontologico. Forse si debba all’invecchiamento. Quando si è giovani, si ha bisogno di più ideologia per vivere. Con l’età, la vita si fa più stretta e basta a sé stessa. Non ho più il problema del futuro, perché ho capito che il futuro è come oggi. Questa trilogia è una dichiarazione d'amore alla vita. È idiota parlare di trilogia. Si tratta, in realtà, dello stesso film, diviso in capitoli. Ma come ho terrore del tempo (ogni film richiede un anno) ho preferito farlo in parti, per non rimanere in eccesso separato dalla realtà”. (Pier Paolo Pasolini).
Alle 18 ore (111’; DM).

Mercoledì 17
Accattone (Italia, 1961)
Con Franco Citti, Franca Pasut, Adriana Asti.
“Mi sembra che Accattone sia un film orribilmente visivo. Io lancio allo spettatore pezzi de realtà visiva di una violenza abbastanza rara e, non so, non capisco in che cosa Lei veda una mancanza di visualità. Non so, pensi un momento alla scena di coloro che stanno mangiando in una barca sul Tevere, pensi ad Accattone nudo che si fa il segno della croce, che si tuffa, pensi, non so, tra le mura sgretolati del Pigneto sotto il sole; mi sembra che ci sia una visualità molto severa, perché la severità e l’austerità visiva sono la regola dominante dei miei film. (…)
Se Lei guarda Accattone capirà come mi ha influenzato La passione di Giovanna d’Arco di Dreyer, dandomi il senso del primo piano, il senso della severità figurativa, visiva, precisamente. È un film che ho visto da ragazzo, quando avevo l’età di voi, e che ho sempre amato: è stato uno dei miei modelli figurativi cinematografici”. (Pier Paolo Pasolini, Pasolini por Pasolini. Ed. El cuenco de plata, 2022).
Pellicole restaurate dalla Cineteca di Bologna e The Film Foundation.
Alle 15 e 21 ore. (117’; DCP).
Salò o le 120 giornate di Sodoma (Italia/Francia, 1975)
Con Paolo Bonacelli, Giorgio Cataldi, Laura Betti.
“Pasolini ha collaborato nel secondo film di Sergio Citti (Storie Scellerate, 1973), e dopo hanno scritto Salò o le 120 giornate di Sodoma che, in un inizio, l’avrebbe fatta Sergio Citti ma quest’ultimo ha ceduto la precedenza al maestro. Quest’opera, che sarebbe stato l’addio di Pasolini e anche la sua opera più controversa e proibita, ha avuto la prima il 22 novembre 1975, venti giorni dopo la sua prematura morte”. (Néstor Tirri, Habíamos amado tanto a Cinecittá).
“Pasolini scopre che la libertà sessuale non è stata desiderata né conquistata dal di sotto ma piuttosto concessa dal di sopra, attraverso una falsa concessione del potere consumista. Reagirà brutalmente: infuriato, realizza Salò o le 120 giornate di Sodoma, ispirato al Marchese de Sade, che non è un’altra cosa che l’abiura della Trilogia della vita. Questa volta, come mai prima, il suo film diventa impossibile da digerire dal mercato di consumo. E non è difficile avvertire il perché. Saló è una specie di disperato urlo morale, una feroce imprecazione, che si propone di arrivare al limite di quello che si può dire e far vedere”. (Luciano Monteagudo, Página/12).
Alle 18 ore (117’; DM)

Giovedì 18
Edipo Re (Italia/Marocco, 1967)
Con Franco Citti, Silvana Mangano, Alida Valli, Ninetto Davoli.
"Edipo Re e Medea sono due film che non assomigliano per niente. Soltanto nell’ambientazione, i costumi, ecc. Edipo Re è un film autobiografico nel quale l’idea psicoanalitica del complesso di Edipo si proietta di nuovo sul mito. Mentre che Medea è un film molto più obiettivo, nel quale non c’è niente di autobiografico, assolutamente niente”. (Pier Paolo Pasolini, intervistato da José Ángel Cortés. Interviste con direttori di cinema italiano).
“Mentre Edipo era per me, come ho detto prima, un uomo semplice destinato all’azione e non a comprendere, la cui evoluzione verso la verità nascosta costituisce tutto il dramma, Giocasta è completamente diversa: un puro mistero. Tuttavia, devo dire che il personaggio di Giocasta è più riuscito che quello di Edipo. In Giocasta ho rappresentato mia madre, proiettata nel mito, e una madre non muta: come una medusa, forse cambia, ma non evolve”. (Pier Paolo Pasolini. Intervisa pubblicata su Cahiers du Cinéma, n. 195, novembre 1967).
Alle 15 e 21 ore (104’; DCP).
Mamma Roma (Italia, 1962)
Con Anna Magnani, Ettore Garofolo, Franco Citti.
Alle 18 ore (106’; DCP).

Venerdì 19
Uccellacci e uccellini (Italia, 1966)
Con Totò, Ninetto Davoli, Femi Benussi.
“Uccellacci e uccellini è stata una delle incursioni di Pasolini nell’ambito della comedia, con un linguaggio allegorico originalissimo e ironico e la presenza di Totò, il re della comicità italiana, insieme a Ninetto Davoli, uno dei suoi attori feticci. (…) Qui le figure di Totò e Ninetto adottano una imposizione deliberatamente chapliniana e intraprendono un viaggio, accompagnati dal corvo, che incarna la voce e la riflessione dell’autore”. (Néstor Tirri, Habíamos amado tanto a Cinecittá).
“Il film rappresenta la crisi della cultura marxista. Infatti, i due personaggi, il padre e il figlio, sono tipici del neorealismo. Attraverso la loro rappresentazione cito i film del neorealismo evocandoli, e questa evocazione rappresenta la politicizzazione del film. In un determinato momento, i due trovano un corvo che parla. Il corvo rappresenta la coscienza marxista, quella di un intellettuale che li fa sentire la coscienza di classe. (…) Insisto ancora con il fatto che Uccellacci e uccellini è il primo tra i miei film di carattere ideologico. L'ho chiamato un film ‘ideo-comico’. (Pier Paolo Pasolini, intervistato da José Ángel Cortés. Interviste con direttori di cinema italiani. Ed. Magisterio Español, 1972).
Alle 15 e 21 ore (89’; DCP).

Sabato 20
Edipo Re (Italia/Marruecos, 1967)
Con Franco Citti, Silvana Mangano, Alida Valli, Ninetto Davoli.
Alle 15 ore (104’; DCP).
Salò o le 120 giornate di Sodoma (Italia/Francia, 1975)
Con Paolo Bonacelli, Giorgio Cataldi, Laura Betti.
Alle 21 ore (117’; DM).

Domenica 21
Il Vangelo secondo Matteo (Italia, 1964)
Con Enrique Irazoqui, Margherita Caruso, Susanna Pasolini.
Alle 14.30 (137’; DM).
Accattone (Italia, 1961)
Con Franco Citti, Franca Pasut, Adriana Asti.
Pellicole restaurate dalla Cineteca di Bologna e The Film Foundation.
Alle 21 ore (117’ DCP).

Martedì 23
Il Decameron (Italia/Francia, 1971)
Con Ninetto Davoli, Franco Citti, Pier Paolo Pasolini.
Alle 15 ore (111; DM).
I racconti di Canterbury (Italia/Francia, 1972)
Con Hugh Griffith, Ninetto Davoli, Franco Citti, Pier Paolo Pasolini.
Alle 18 ore (111’; DM).
Il fiore delle mille e una notte (Italia/Francia, 1974)
Con Ninetto Davoli, Franco Citti, Tessa Bouché.
Alle 21 ore (130’; DM).
Data: 12/08/2022 - 23/08/2022
Luogo: Buenos Aires, Argentina
Periodo: Agosto
Sito Web: https://iicbuenosaires.esteri.it/iic_bue...

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