Intervista con Maya Sansa: Mirella Utano
… Marco Tullio Giordana mi conosceva dai miei film precedenti; più che un provino vero e proprio il nostro è stata una chiacchierata e subito mi ha dato la bella notizia che mi voleva ne "La Meglio Gioventù" per il ruolo di Mirella. La preparazione è stata più semplice di altre. Mirella non è particolarmente coinvolta né dalla politica né dalla situazione famigliare. Viene da fuori, di conseguenza non ho lavorato molto con gli altri attori né ho incontrato il resto della famiglia Carati perché entro in relazione con lei solo alla fine, non ne faccio parte. Quando Mirella incontra Matteo nel '77 ha 18 anni mentre lui e il fratello sono già sulla trentina. Vengo dalla Sicilia, studio ancora, sono appassionata di fotografia però non ho ancora ben capito cosa significhi fotografare. Matteo mi aiuta senza saperlo a trovare la mia strada, mi dà dei suggerimenti che forse sono all’origine del mio invaghimento per lui.
Infine mi trasferisco a Roma e lavoro in una biblioteca finché il caso non ci fa di nuovo
incontrare. È stata un'esperienza bellissima, anche molto leggera, non ha richiesto nessuna angosciosa concentrazione. Sul set c’era un clima allegro, rilassato, anche se lavoravamo molto; l'esperienza è stata bella anche per questa atmosfera affettuosa.
Per l'invecchiamento di Mirella ho guardato tra gli amici di mia madre che hanno 45-48 anni e non riuscivo a vedere un reale invecchiamento che cambiasse anche il modo di fare, l'energia vitale. E’ stato quindi un lavoro di sfumature, aiutato dal trucco molto delicato.
Ho pensato a una lentezza maggiore, non per stanchezza ma solo perché a quell'età non si ha più l'energia esplosiva dei diciottt'anni, quando si fanno e si dicono troppe cose. La dolcezza di Mirella, la sua sensualità, si trasforma poi nel tempo in una sorta di disposizione più materna.
Alessio Boni come attore l'ho scoperto poco a poco, e ciò aiutava credo la dinamica tra i nostri due personaggi. Ci siamo incontrati alle prove e abbiamo instaurato una complicità. Marco Tullio permette agli attori d'improvvisare, di conseguenza vieni stimolato ad agire e reagire sempre in rapporto alla situazione reale che si crea, mai in rapporto a qualcosa di astratto. Il nostro primo incontro per esempio, la passeggiata al Colosseo, è stato quasi tutto improvvisato. Credo che gli stessi Rulli e Petraglia scrivano certe battute, articolino così minuziosamente il loro testo, per poter dare all’attore quante più informazioni possibile pensando che questo serva come traccia e non si scandalizzino se poi qualcosa un po' cambia, sempre all'interno della struttura portante.
Mirella mi piace perché il suo entusiasmo non è frettoloso, lascia che il flusso della vita la conduca, pur essendo tutt’altro che una persona passiva. E’ una donna antica. È bello in questo contesto di quarant'anni di storia sociale e politica italiana che un personaggio così non si sia lasciato opprimere dalla politica. Forse perchè fa la fotografa non cerca di cambiare gli eventi, cerca solo di testimoniarli con onestà e rigore. Lo stesso con Matteo, con Nicola: non pretende di cambiarli, li accetta come sono, sa di essere forte. Anche quando viene delusa da Matteo, non è mai rivendicativa o vittimista. Un atteggiamento positivo e puro nei confronti della vita.
14/02/2007