Descrizione: "San Gennaro - Viaggio nell'identità napoletana" è un libro che si presta a più chiavi di lettura.
La dimensione antropologica si intreccia alla narrazione, alla storia, alla leggenda, per arrivare poi alla moderna considerazione della solidarietà dove l'elemento caritativo si incontra con quello sociale: tutto ciò in nome di San Gennaro.
Argomento di base è il fenomeno del sangue ritenuto del Santo che si scioglie dentro l'ampolla di cristallo in cui è racchiuso; l'evento si ripete a maggio, settembre e dicembre con date precise e non sempre si verifica.
Ai napoletani poco importa se sia davvero esistito questo Santo, più volte oggetto di critica dalla stessa Chiesa ufficiale e addirittura cancellato dai calendari, per poi ritornarci, a furor di popolo, riacquistando la funzione di patrono di Napoli.
Innumerevoli i personaggi: il popolare venditore di cianfrusaglie, il coltissimo monsignore che cura la Cappella del Tesoro con le sue innumerevoli statue argentee dei santi che fanno da corona a san Gennaro; i nobili della Deputazione da secoli dedicata a San Gennaro; le "parenti" che vantano per tradizione un rapporto di sangue col Santo e ne sollecitano con canti e preghiere la benevolenza mediante lo scioglimento del sangue; la caritatevole Madre Superiora che provvede ai bambini dei carcerati; il prete vissuto per anni nelle baraccopoli africane che abita in un campanile per star vicino alla gente di uno dei quartieri più miseri; gli autorevoli direttori dell'Arciconfraternita dei Pellegrini che si prodigano nel soccorrere malati e famiglie in povertà. Questi e altri personaggi animano la situazione identitaria che fa capo a San Gennaro e che il Cardinale Crescenzio Sepe a ogni celebrazione investe della responsabilità di allontanare dalla Città il cancro della camorra e del malaffare, che apertamente condanna in ogni suo discorso nelle varie fasi del rito.
Dal rapporto che i napoletani instaurano con il Santo protagonista dell'evento si sviluppa una serie complessa di comportamenti, credenze, rapporti di fiducia e attese di protezione, rassicurazione, raccomandazione che creano una sorta di particolare forma di universo fortemente coeso, al di sopra dell'appartenenza sociale, culturale, politica e perfino religiosa. Antonio Bassolino ebbe a dirci "Io come ateo credo in San Gennaro".
E' questa originalità che caratterizza come davvero unica l'identità napoletana. Prescinde dalla verità dei fatti, si immerge nella tradizione di secoli in cui, più che il segno benigno dello scioglimento del sangue, episodi di salvezza sono stati attribuiti a San Gennaro. L'eruzione del Vesuvio, la peste, il terremoto e ogni sorta di malattie sono stati più volte mitigati dall'intervento salvifico del Santo. Così emerge nella convinzione dei napoletani che, a prescindere da una impossibile verifica, immettono nella loro devozione una sorta di ottimismo nell'esistenza, una tenace volontà di vivere.
Venticinque milioni nel mondo i napoletani diffusi in ogni paese in cui sono emigrati. Emerge in loro un attaccamento ai riti che hanno il Santo per oggetto, tanto che seguono a ogni data l'evento che si verifica a Napoli. Uno splendido museo guidato da Paolo Jorio mantiene modernamente i contatti attraverso internet, offrendo a ogni persona lontana la vicinanza al suo Patrono.
Con questo libro gli autori offrono ai lettori una riflessione documentata di tale identità; la vivacità espressiva del racconto viene accresciuta dall'aggiunta, nel contesto librario, di due filmati e di un cospicuo numero di fotografie, inducendo chi legge a una partecipazione vissuta in prima persona.
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