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Note di regia del film Pirrera


Il regista Piero Messina commenta la realizzazione del suo documentario sui minatori che lavoravano nelle minieri di zolfo della Sicilia.


Note di regia del film Pirrera
Il regista Piero Messina
E un documentario che racconta la vita delle miniere di zolfo in Sicilia ed il loro processo di dissoluzione. Le miniere di Zolfo hanno costituito infatti per quattro secoli la principale risorsa economica per l’entroterra siciliano, attorno ad esse sono nati villaggi di minatori che si sono sviluppati diventando nel tempo veri e propri paesi. Negli anni 70 inizia il processo di dismissione delle miniere e con esso la fine di questa realtà. Un processo fondamentale per la Sicilia durato quattro secoli, scomparso nell arco di un solo ventennio.
Stilisticamente il mio tentativo è stato quello di cercare di non drammatizzare il materiale raccolto, evitando ad esempio la musica e per quanto riguarda le interviste un montaggio troppo serrato. Volevo che l’attenzione si soffermasse su emozioni “reali”, suscitate dai racconti, e non dall’artefazione del materiale.
Vorrei invitare lo spettatore a vivere l’impressione che quei luoghi mi hanno suscitato, cercare di portarlo dentro quel vivere, cosi come è o meglio come a me è parso.
Il documentario è stato girato a Sommatino “la città delle miniere”, uno di quei tanti paesi nati attorno e grazie alle miniere, che ormai a causa della chiusura di queste e di una politica non lungimirante, (interessata solo all’estrazione dello zolfo), è destinato a scomparire. Dal punto di vista tematico mi sono voluto soffermare sugli aspetti che mi hanno impressionato sin dal primo mio sopralluogo.
Le disumane condizioni di vita e di sfruttamento che i minatori vivevano; la quasi totale indifferenza da parte delle istituzioni (vedi la chiesa che addirittura negava la sepoltura ai minatori perché paragonati a dei suicidi); ma soprattutto la vicinanza geografica e temporale (si parla anche degli anni 50-60) nella quale questa realtà è esistita.
Nonostante questo i minatori ancora vivi, che costituiscono l’ultima generazione rimasta, raccontano i loro ricordi con nostalgia, a volte addirittura dichiarata, che non poteva non impressionarmi e costringermi a molte riflessioni. Come può una persona che ha perso il fratello, il padre, il nonno, dentro la miniera alla fine dell’intervista dire “la miniera ci manca”? Per questo motivo ho voluto finire il documentario sottolinenando questo contrasto, sperando che questa domanda possa invitare lo spettatore ad alcune riflessioni riguardo il rapporto dell’uomo con i propri ricordi, e ad una condizione di sfruttamento, non solo delle persone ma di tutto un territorio, che ancora oggi produce drammatici effetti sociali.

Piero Messina