Festival dei Popoli: report 5 DICEMBRE 2006
Al Cinema "Auditorium Stensen" la giornata parte con un film del "Concorso Italiano": "In Coda Ai Titoli" (2006, Italia, 70') di Riccardo Paoletti. Il documentario è in bianco e nero e racconta le storie di quei personaggi che non si vedono mai nei film, quei personaggi che fanno un lavoro oscuro ma importante, quei personaggi menzionati solo nei titoli di coda, come i macchinisti, parrucchieri, fotografi, elettricisti di scena. Le varie vicende narrata sono divise in otto parti: dinastie, carrozzone, piobo dell'11, soldi, autori senza trucco, arrivano gli americani, registi nel mirino e il vassallo del regista. Questo sottobosco di personaggi ci introduce in vicende paradossali, in racconti di scherzi, nella vita di dinastie di macchinisti ed elettricisti che hanno fatto grande nel loro piccolo il cinema italiano. Come narra un personaggio nel suo incontro con Ettore Scola in ospedale il "cinema italiano non è finito perchè non ci sono più i registi di un tempo, ma anche perchè non ci sono più i personaggi che lavoravano dietro le quinte di un tempo". Una frase discutibile, ma che sicuramente mette in risalto l'importanza di queste figure "nascoste" del movimento cinematografico italiano, cioè i vari Fagiolo, Facioletto, Nerone, Peppinuzzo, er Farfalla, etc, come gli chiamavano affettuosamente i egisti ed attori di un tempo.
Di seguito vi sono per la Sezione Transiti, dedicata ai film in cui i mezzi di trasporto diventano luoghi d'incontro, "Night Bus" (2005, Inghilterra, 8') di Mike Paterson e "Good Morning Yokohama" (2003, Giappone, 12') di Satoshi Ono. Entrambi narrano le problematiche del sovraffollamente dei mezzi di trasporto. Nel corto giapponese vi sono inquadrature fisse delle porte delle metropolitane, dove la gente si strige come sardine nei vagoni pur di entrare sul treno. Sono quasi comiche le posizioni che assumono le varie persone ed a volte serve il capostazione a spingere la gente all'interno per poter chiudere le porte.
Di seguito per il "Concorso Internazionale" è proiettato "La Vie est una Goutte Suspende" (La Vita è una Goccia Sospesa", 2006, Francia, 85') di Hormuz Kéy. il regista entra commosso in sala prima della proiezione e legge tra le risate del pubblico un testo in italiano da lui scritto per presentare il documentario. Appena le luci in sala si spengono tutti gli spettatori sono presi dalla vicenda del protagonista, Christian De Rabaudy, un novello diogene malato di diabete. La storia è toccante e porta ad un epilogo tragico. Il protagonista si "definisce essenzialmente un diabetico" e vive di stenti, da solo, con l'amicizia di solo due sue vecchie allunne universitaria, Alessia (Alessia Di Carlo, italiana) e Natacha, che lo fotografa varie volte. Alla fine il regista interviene ancora commosso. Spiega che il titolo del film l'ha pensato durante una giornata di pioggia mentre si riparava sotto un albero. Qui ha notato una goccia che non voleva cascare da una foglia, l'ha trovata così sensibile, fragile ma attaccata alla vita come Christian.
Alle 20.00 all'Istituto Francese di piazza Ognissanti è proiettato un DVD di Marco Parente "Neve Ridens Un Giorno" (2006, Italia, 47' 16'') di Giovanni Antignano, Samuell Calvisi. E' una raccolta delle performance live di Parente a Firenze, tutte ambietate il il 28 settembre 2005. Si parte dalla sottopassaggio alla stazione, per continuare con uno spettacolo straordinario alla Libreria Feltrinelli (Parente canta, poi percuote i microfoni con delle bacchette ed emette suoni con un libro), uno alla Fyr Art Galleries, al Mannequis di Borgo San Iacopo 66 rosso (splendido concerto in mezzo ad uno spazio moderno con manichini illuminati da luci soffuse), per concludersi negli studi di Controradio. Veramente bello, un must per tutti i cultori del cantante fiorentino.
La serata si conclude con "Casilina Express" (2005, Italia, 30') di Tommaso Valente, inserito nella Sezione Transiti. La pellicola, ambientata a Roma, narra microstorie quotidiane e ricordi personali dei macchinisti, di una delle linee più popolari e travagliate della capitale. L'immagine non è eccelsa, come pure il sonoro. E' uno sguardo malinconico e suggestivo della Roma che è e della Roma che era...
06/12/2006
Simone Pinchiorri