Note di regia del film I Cinghiali di Portici
“I Cinghiali di Portici” è una piccola storia di sport, o almeno di vite vissute sportivamente. Ho lavorato a questo film con l’aiuto di tanti, ma con la imprescindibile collaborazione della comunità “Il Pioppo” di Somma Vesuviana e della Società Sportiva Arzano Rugby.
Se come spero, sono riuscito a trasferire su pellicola almeno qualche frammento di verità, lo devo a tutti questi ragazzi, alla loro forza, ai loro occhi, ai loro cuori, alla fortuna di averli incontrati. I cinghiali di Portici è l’improbabile nome di una squadra di rugby, nata su un pezzo di spiaggia alla periferia cittadina. A comporla, i ragazzi ospiti di una non meglio precisata struttura per il recupero di minori a rischio…
Un racconto di sport quindi o, almeno, di vite vissute sportivamente… In un luogo che non appartiene a nessuno, che si abita senza riconoscere come proprio e con il quale spesso si stabilisce una relazione di intimo e orgoglioso rifiuto…
Dove il mare è diventato nero e non illumina più il nostro sguardo, dove la sabbia è sporca e i treni passano continuamente ma non si fermano mai; in un posto così, forse, non resta molto altro da fare che mettersi a giocare…
Reinventarsi una storia, un avversario, un campionato da affrontare…
Ben sapendo che non li aspettano momenti di gloria, che tutto sarà presto dimenticato, che la sabbia che calpestano cancellerà rapidamente le loro tracce… Eppure, fermamente determinati ad affermare che comunque, almeno quell’anno, su quella sabbia hanno respirato, hanno corso, hanno lottato contro degli avversari e molti di questi li hanno pure battuti…
Perché erano diventati una squadra ed erano forti, perché, nonostante tutto, avevano vent’anni…
Cercando di salvaguardare la sua naturale vocazione ad essere racconto di genere, film sportivo, ho tentato però di guardare questa storia dal di dentro, dal basso…
Con occhi sporchi…
Tenendo sottotraccia un tono di costante disillusione, nella malinconica consapevolezza di tutti i protagonisti che basta scavalcare un muro, prendere un treno, allontanarsi solo di pochi metri, perché tutto perda nuovamente di senso e I cinghiali di Portici tornino ad essere soltanto degli animali fuori luogo…
Diego Olivares