Resoconto Quarta Anteprima Festival del Cinema Indipendente di Foggia
Si è parlato di disturbi mentali e disagio psichico ieri sera, nel corso del quarto appuntamento con le “Anteprime Festival”, il ciclo di incontri organizzato dalla Provincia di Foggia in preparazione della VI edizione del Festival del Cinema Indipendente, in programma dal 2 al 10 febbraio.
“Ciak, si cura: cineterapia e altre proiezioni” è il tema dell’incontro che si è svolto presso “Laltrocinema”, con la collaborazione del Dipartimento misto di Salute Mentale dell’Asl Fg/3 e della Cattedra di Psichiatria dell’Università degli Studi di Foggia.
“Parte da lontano il rapporto tra il Festival del Cinema Indipendente e i temi della diversità, con uno sguardo da sempre rivolto al sociale” ha precisato Geppe Inserra, Dirigente del Servizio Cultura della Provincia di Foggia. “Svincolato dalle logiche commerciali, il cinema di qualità affronta argomenti che solitamente sfuggono alla grande ribalta: l’impegno del nostro Festival è quello di rinsaldare ancor di più questo vincolo di unione, per aprire dibattiti e discussioni su aspetti poco noti come lo stigma”.
Di stigma sociale – cioè di pregiudizio legato alle patologie mentali – si è parlato nel videoblob “Mens stana in corpore divana, ossia Bioniana”, curato da Luigi Starace, che in un’ora e dodici minuti ha proposto un collage di 20 film – da “Quattro pazzi in libertà” a “Io ti salverò”, da “Ho perso la testa per un cervello” al documentario “Titicut Follies” – per presentare, con taglio leggero e graffiante, il rapporto terapeuta-paziente.
La serata è entrata nel vivo con l’intervento di Antonello Bellomo, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’Asl Fg/3 e docente di Psichiatria dell’ateneo foggiano, che ha ricordato come il rapporto tra cinema e psichiatria risalga agli anni Venti: “Il grande schermo e gli studi scientifici attingono entrambi alla dimensione onirica per indagare l’anima umana, con particolare riferimento agli stati cognitivi ed emotivi”. Sul potenziale comunicativo del cinema il professor Bellomo ha precisato: “Il linguaggio diretto delle immagini contribuisce ad abbattere stereotipi e luoghi comuni, fungendo così da valido strumento di prevenzione primaria”. Un percorso di sensibilizzazione è già stato avviato con il progetto “Cinema, stigma e diversità”, realizzato in collaborazione con la Biblioteca Provinciale di Foggia. “Il preconcetto più diffuso associa disturbo mentale e pericolosità del soggetto: questa falsa credenza ostacola anche il lavoro del terzo settore, che – nonostante l’impegno e i tanti sforzi – incontra resistenze e problemi, e non riesce a creare un associazionismo forte”, ha concluso Bellomo.
Nella seconda parte dell’incontro è stato proiettato il film “Un’Ora Sola Ti Vorrei” di Alina Marazzi. In questo lavoro la regista ricostruisce le diverse fasi della malattia della mamma – morta suicida quando lei aveva solo sette anni – montando dei filmati originali girati dal nonno. “Questo film, bellissimo e struggente, si riferisce a fatti accaduti negli anni Sessanta, quando gli interventi psicoterapici e farmacoterapici non erano così avanzati. Per fortuna, oggi, possiamo avvalerci anche dei percorsi riabilitativi: musicoterapica, borse lavoro, arte-terapia” ha precisato il prof. Bellomo.
Sarà incentrata proprio sul rapporto tra arte e psiche la mostra “Mail Art Stigma”, curata da Luigi Starace, che sarà allestita nell’ambito della VI edizione del Festival del Cinema Indipendente. Si tratta di una selezione di circa 150 opere inviate da artisti di tutto mondo, in risposta all’invito di produrre creazioni sul tema del disagio psichico e del pregiudizio sociale.
Altri appuntamenti su questi temi si svolgeranno nei giorni del Festival, in particolare il 5 e il 6 febbraio, per continuare a parlare di diversità e disturbi mentali, con proiezioni e dibatti.
04/01/2007