Note di regia del film "Riparo - Anis Tra di Noi"


Il regista Marco S. Puccioni descrive il suo lungometraggio "Riparo - Anis Tra di Noi"


Note di regia del film
Una scena tratta del film
"Anis Tra di Noi" ("Riparo") racconta la storia di tre persone che non riescono a partecipare come vorrebbero e come avrebbero diritto alla società. Tre persone che per motivi diversi vivono una condizione di svantaggio e sono costretti a trovare dentro loro stessi la forza per conquistare spazi, diritti, identità. Tre persone che, accidentalmente e solo per un breve momento, si trovano a formare una sorta di anomala e involontaria “famiglia”, intesa non nei termini tradizionali, piuttosto come micro-gruppo umano capace di provare e assicurare - reciprocamente - protezione, affetto e riparo.
Il film vuole affrontare una relazione sentimentale fra due donne, in genere molto poco rappresentata dal cinema italiano, messa però in rapporto alla società in cui vivono e alle responsabilità che si devono assumere nei confronti di qualcuno ancora più fragile di loro e più bisognoso di sostegno, come un giovane straniero giunto in Italia per cercare lavoro e sicurezza.
Cerco di raccontare storie che si rivolgono a uno spettatore attento e interessato a capire meglio la realtà circostante e cerco, soprattutto, di raccontare persone. Per me vedere un buon film è soprattutto incontrare dei personaggi interessanti e credo che Anna, Mara e Anis lo siano, rappresentando non solo le persone più vicine a quella condizione esistenziale, ma chiunque cerca accettazione, sicurezza, solidarietà.
La mondializzazione separa la vita economica dagli altri aspetti della società e in questo film la rilevanza sociale emerge proprio dall’interazione dei personaggi principali con i molti aspetti dell’ordine/disordine economico e sociale: immigrazione di persone ed emigrazione di industrie, disoccupazione e conflittualità, accettazione o rifiuto dell’altro. Il film vuole richiamare l’attenzione del pubblico su alcune conseguenze di questi fenomeni.
Abbiamo scelto una struttura narrativa lineare, aderente allo sviluppo della psicologia dei personaggi. A differenza del mio primo lungometraggio che indagava anche nell’inconscio del protagonista, Anis tra di noi (Riparo) cerca di trovare l’originalità della sua struttura attuando un pedinamento dei personaggi, incrociandone continuamente i percorsi. La scelta di un finale che si interrompe bruscamente nasce dall’esperienza diretta con le persone che si muovono tra noi con nomi convenzionali, in condizioni di precarietà, che spesso entrano nella nostra vita allacciando anche rapporti emotivamente intensi, per poi scomparire di nuovo nel silenzio da cui sono emersi.
Oggetto della narrazione è proprio la relazione che lega i tre protagonisti. L’onestà con cui i personaggi si raccontano è fondamentale per stabilire il contatto con gli spettatori mentre il tono del racconto e l’obiettivo della regia cercano di avvicinare più possibile lo spettatore all’intimità dei personaggi, in una reciproca esplorazione di paure e aspirazioni.
Credo che tutti e tre i protagonisti del film, pur rispecchiando parti importanti e attive della società, siano stati poco rappresentati nel cinema attuale.
Anna è una donna che incarna anche le aspirazioni alla “genitorialità” vera o surrogata di moltissimi single o coppie che, per un motivo o per l’altro, non possono avere figli.
Mara è una giovane operaia che vive con ansia autodistruttiva il suo futuro fatto di precarietà e incertezza.
Anis è un adolescente che affronta con determinazione e vitalità i problemi della sua età e con disperata caparbietà, come la maggior parte degli immigrati, la ricerca di sicurezza e di lavoro.

Marco S. Puccioni