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Note di produzione del film "Mio Fratello è Figlio Unico"


Note di produzione del film
Una scena del film "Mio Fratello è Figlio Unico"
Il romanzo di Pennacchi mi è stato segnalato dalla giovane figlia di un amico. Tengo sempre molto in considerazione ciò che mi arriva dai giovani o che riguarda comunque la sfera della cultura giovanile. Del libro mi ha colpito proprio il fatto che la gioventù di quegli anni - tra i '60 e '70 - fosse molto simile, sia di destra che di sinistra, ovunque un senso diffuso di ribellione, meglio detto di "contestazione", una volontà di vivere intensamente le esperienze, di condividere le passioni in un forte spirito di comunità. Ma quasi d'improvviso quella generazione è scivolata dentro ad un conflitto da guerra fredda, soggetta a manipolazioni e devianze degenerate poi al limite della guerra civile. L'atteggiamento di Antonio Pennacchi è di grande empatia verso entrambe le parti, è capace di cogliere l'essenza più di molti altri tentativi che ancora oggi si fanno, anche in chiave parodistica, di descrivere quelle dicotomie ideologiche.
Le idee non sono tutte uguali, ma gli esseri umani sì. Quest' idea di Pennacchi racchiude in sé il senso di partecipazione, l'invito a non credere che l'avversario appartenga a una razza inferiore. A tutti noi in Cattleya il libro è piaciuto e subito l'abbiamo proposto agli sceneggiatori Petraglia e Rulli. Anche a loro è piaciuto e insieme abbiamo pensato a Luchetti. Una catena felice in cui Daniele si è inserito come in un progetto di sua ideazione. C'è stata poi una scelta accurata degli interpreti, attori sia di primo che di secondo ruolo, che si identificassero con il particolare contesto proposto. Per Cattleya rappresenta un arricchimento importante della sua library, un altro film tratto da un bel romanzo.
Qui si guarda all'Italia di ieri, quella appena dietro l'angolo e quindi ancora attualissima, prendendola non da sopra ma da sotto, non con la retorica ma con il sentimento del quotidiano, con i piccoli inconsapevoli fatti dell'agire umano. Anche qui i due ragazzi di Latina, come i giovani malviventi della banda della Magliana in Romanzo Criminale, sono una piccola parte di un ingranaggio più vasto, sfuggente, indecifrabile. Non ci asteniamo dal "film politico", partiamo però sempre da un punto di vista umano e non retorico. Ci interessa molto fare anche un cinema che è "dentro la realtà", ma quando lo facciamo il punto di vista è quello dell'individuo.

Riccardo Tozzi