Food in Film Festival 2007
Sensi indispensabili di sopravvivenza e piacere, bisogni primari dell’essere umano, a confronto nella raffinata cornice dei Comuni di Langa e del Barolo. Cinema d.o.c.g., come i vini preziosi che si producono su queste colline, abbinato a insoliti percorsi enologici e gastronomici da guardare e da gustare senza fretta e senza obbligarsi a rituali mondani, come richiede la sobrietà e l’eleganza della zona. Cinema Terre e Gusto: una kermesse completa per saziare i palati più esigenti; una maratona cine-gastronomica per assaporare raffinatezze registiche e piatti succulenti. Gustare è un fatto sociale e culturale. Appartiene ad un linguaggio complesso e millenario, che tutti parlano ma pochi sanno trasformare in arte, proprio come il cinema.
In concorso pellicole inedite, scelte con attenzione, presentate in lingua originale e sottotitolate, “adottate” e proiettate nelle cantine e nelle sale comunali. Itineranti, come itinerante era il cinema degli inizi. Sezioni collaterali e retrospettive sotto i castelli, in splendidi notturni d'autore, un convegno, incontri editoriali, percorsi didattici, performances teatrali, concerti ed eventi a tema, ne fanno un calendario ricco e ghiotto per tutti i gusti!
Il
Food in Film Festival parla anche dei mondi e dei modi di produrlo; di fame; di beni esistenziali primari violati e mercificati; di eresie, come necessità di nuove possibilità e capacità sociali, mostrando tutto questo. Con il tempo per bere e incontrarsi. Senza la veloce necessità di consumare.
Sezioni Food in Film Festival 2007
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Si desidera solo ciò che si vede", diceva il Dottor Lecter nel Silenzio degli innocenti. Cioè si desidera solo quello che si può conoscere, penetrare con lo sguardo, possedere con la mente. Questa festival vuole aiutare a farlo. Per scoprire il piacere "nell" immagine. Questo include ovviamente il vedere e far vedere le mille possibilità in cui i cibi possono essere utilizzati, serviti e mangiati, in cui si svolgono i rituali ambigui dei pasti familiari, in cui si consumano i piaceri che accendono la passione sul grande schermo. Il cibo è uno degli aspetti più umani, materiali ed istintivi. Ma è solo nutrimento o anche cultura? E’ sopravvivenza o modalità di piacere? Già nel 1895, Auguste e Louis Lumiere producono Le repas de bebè primo approccio di quella identità simile tra cibo e cinema. Ma è Georges Melies che ne amplifica il legame, cogliendone gli aspetti metafisici, trasgressivi, fantasiosi e le risorse comuni. Charlot lo ricolloca come bisogno, sinonimo di fame, reale, cruda, digiuno, carestia nel pieno del realismo cinematografico. Parlare di fame, però, è parlare anche di tradizioni alimentari, sviluppo di cucina povera e popolare, dei cibi della civiltà contadina con i loro valori fisici. Grano, riso, orzo, pane nero, pasta, polenta, pizza, i forni pubblici, i frantoi. E non è possibile parlare di cibo e cinema senza pensare a Totò e alla commedia all’italiana. E di Pasolini, Fellini, Ferreri senza considerare il cibo/cinema come forma d’arte, industria, luoghi per esorcizzare paure e ansie umane. Sia cinema che cibo soggetti a regole, usanze, norme. Entrambi con costi, luoghi di consumi, cerimoniali. Entrambi passibili di sperimentazioni, avanguardie e avvinti alla tecnologia e ai nuovi potenti linguaggi multimediali. La pizza si mangia o si vede?
Gusti sconosciuti, aromi nuovi, sapori di altri popoli e culture: intriganti, seducenti, stimolanti. Cibo e cinema, ossessioni secolari, linguaggi di straordinaria eccellenza e materia prima espressiva del grande schermo e della vita: basta aprire un menu qualsiasi del nostro cinema per accorgersi di quanto queste filosofie si appartengano.
COMPETIZIONE
Rassegna competitiva internazionale riservata a lungometraggi d’autori contemporanei inediti, non distribuiti in Italia, valutati da una Giuria composta da 5 personalità del cinema e della cultura enogastronomica.
Le proiezioni avverranno a Barolo, Castiglione Falletto, Monforte, e Serralunga nelle cantine o nelle sale messe a disposizione dai Comuni.
PALATO RAFFINATO: ERETICA
Rassegna non competitiva di medio/lungometraggi, provocatori rispetto ai contenuti generali. Il tema dello spreco della quarta edizione riguarderà anche questa sezione di cinema eretico. Monforte d’Alba, sede del Circolo promotore del festival è anche uno dei luoghi di nascita dell’eresia catara, La Contessa Berta, nome del Circolo, è la feudataria bruciata al rogo in seguito alla sua appartenenza al catarismo. I film, selezionati con particolare attenzione, evidenzieranno gli aspetti eretici per eccellenza: scelte “arbitrarie” estetiche, di contenuto, di forma, in cui il femminile mantiene una parte di primo piano, attraverso un mezzo mai come in questi casi, eretico: lo sguardo
Cibo e religione
Il rapporto tra cibo e religione nel cinema è forse uno dei temi più ricchi e complessi, basti pensare al percorso delle grandi religioni, al valore del digiuno, dell’offerta, dello spreco, della restrizione. Nel cristianesimo è sottolineato il mistero del Dio che si fa cibo, pane e vino dato per il nutrimento dei fedeli.
L’eresia
La parola “eresia” deriva dal greco hairesie e significa sia una scelta di credo che una fazione di credenti dissidenti. Nel registro informale, il termine viene usato per indicare un’ opinione gravemente errata o discordante dalla tesi più accreditata su un determinato argomento. L’eresia medievale viene erroneamente associata alla mancanza di fede, in realtà l’eresia non nasce dal non credere, ma da un bisogno di credere e di vivere diversamente la propria religione.
Da un punto di vista storico non va dimenticato che l’eresia non si presenta mai come un fatto solamente ed unicamente religioso ma ha sempre varie e profonde implicazioni politiche, sociali ed economiche, che la condizionano e persino ne determinano la fisionomia, la durata nel tempo e l’esistenza stessa.Il significato etimologico della parola eresia ci porta ad un concetto fondamentale nella vita di un essere pensante: "Scelta", possibilità, cioè, di compiere una selezione fra tutte le tesi, le concezioni, le esperienze che nel corso della nostra vita entrano nella nostra conoscenza, nel nostro patrimonio culturale, è un modo di leggere la pratica, rispetto all’ortodossia imperante.. In natura la facoltà di scelta è patrimonio di tutti gli essere viventi, che scelgono per istinto, condizionamento, ragionamento.
L’eresia del cibo
L’arte culinaria è eretica. Si oppone e contraddice alla regola/funzione fondamentale dell’alimentazione che è quella del bisogno e della sopravvivenza. Di per sé il fatto che l’essere umano consideri la cucina come arte, piacere, cultura, quindi ne ha un obiettivo estetico, rappresenta un’eresia di fronte al dogma binomio cibo = sopravvivenza. Il cibo diventa fine a se stesso, si stacca dal principio – sopravvivenza , si rappresenta da solo. L’eresia si completa nel fatto che il cibo, passando attraverso una manipolazione raffinata di tipo artistica – estetico, diventa un luogo di piacere.
FOCUS ON FOOD: IERATICA
Rassegna non competitiva di materiali in pellicola e in video di diverso formato (lungo e medio metraggio), lavori non narrativi, di ricerca e di sperimentazione, realizzazioni televisive, documenti, approfondimenti di tematiche e problemi legati al gusto, all'ambiente e al territorio, visti attraverso la sacralità del contatto e dello scambio. E’ questa la sezione più interessante per un pubblico che desideri cogliere l’occasione del Festival per qualche riflessione. Urihi, Stefilm, Documè, autori piemontesi, testimonianze cha giungono dall’Africa, dalle Americhe, dalla Cina, dalla Russia, dal Senegal. Temi come l’acqua, la terra del nord e i contadini, la terra del sud e i pastori, il rapporto a volte conflittuale a volte inusuale con l’ambiente, il vis a vis tra uomo/donna/cibo, l’opulenza, la mancanza.
Ieratico
Un aggettivo di cui rammentiamo a stento il significato, eppure avvertiamo la certezza che si adatti con precisione alla sezione scelta. Per intuito e per contenuti. E il dizionario non smentisce, ma rafforza questa convinzione. Ieratico, termine di origine greca (ieròs),vuol dire forte, vigoroso, fiorente. Ma anche sublime, eccelso, divino, sacro. In senso figurato, vuol dire grave, solenne, importante.. Come parte migliore delle cose, l’essenza che da saggezza, rigore, sostanza, senza ridondanza, ritornando al sapore fondamentale e di nuovo a quel sacro ab origine che abbiamo. Come il contatto austero, asciutto degli elementi naturali: la terra, l’acqua e di contro la fame, il danno umano dei disastri ambientali, i cibi raffinati e ricchi dell’opulenza occidentale.
DULCIS IN FUNDO
Rassegna non competitiva di lungometraggi selezionati in base a criteri di qualità e originalità formale e di contenuto, destinata al grande pubblico. Un’inedita opportunità di veicolare, attraverso il cinema che parla di cibo, le metafore della vita. I film appartengono a paesi e cinematografie diverse proprio per garantire una visione più ampia possibile. “
Si desidera solo ciò che si vede", diceva il Dottor Lecter nel Silenzio degli innocenti. Cioè si desidera solo quello che si può conoscere, penetrare con lo sguardo, possedere con la mente. Questa sezione vuole aiutare a farlo. Per scoprire il piacere "nell" immagine. Questo include ovviamente le mille possibilità in cui i cibi possono essere utilizzati, serviti e mangiati, in cui si svolgono i rituali ambigui dei pasti familiari, in cui si consumano i piaceri che accendono la passione sul grande schermo. Il cibo è uno degli aspetti più umani, materiali ed istintivi. Ma è solo nutrimento, o anche cultura? E’ sopravvivenza o modalità di piacere? Gusti sconosciuti, aromi nuovi, sapori di altri popoli e culture: intriganti, seducenti, stimolanti. Cibo e cinema, ossessioni secolari, linguaggi di straordinaria eccellenza e materia prima espressiva del grande schermo e della vita: basta aprire un menu qualsiasi del nostro cinema per accorgersi di quanto queste filosofie si appartengano.
19/05/2007