Note di regia del film "Una Vita Migliore"
Un giorno incontrai una ragazza che esibiva sicurezza ed una forza di carattere fuori dal comune. Poi la conobbi meglio, e un pomeriggio scoppiò a piangere per una sciocchezza. Il mondo le stava crollando addosso. Era confusa. Era di una fragilità insospettabile.
Forse questo film è una riflessione sull’arte di osservare, di ascoltare, insomma di quello che si fa quando si esce dal mondo reale per raccontarlo. Forse vuole parlare della sottile relazione tra i miraggi di successo propagandati dalla società di oggi, il potere e i rapporti umani più autentici. Uno “scuro nuvolone” incombe sulla città: sta inglobando tutti in una specie di massa indistinta, uniforme, dove tutti pensano le stesse cose, dove tutti sono più soli. Dov’è finita la parte più vera che ci rende unici? Forse si può provare a intercettarla solo di nascosto.
Nonostante le apparenze ogni individuo è parte di una totalità che lo influenza profondamente. Non si può pretendere di salire su un treno diretto al polo nord e arrivare in Africa.
Fabio Del Greco