Note di regia di "Viaggio in Corso nel Cinema di Carlo Lizzani"
Il film-documentario narra la storia di un grande uomo, in tutte le sfaccettature della sua poliedrica personalità artistica. La storia di Carlo Lizzani è sicuramente una memoria storica non solo del cinema italiano, ma dell’Italia stessa.
Raccontato oggi - nel 2007 - in un contesto politico e artistico molto diverso, riusciremo a trasportare lo spettatore in un'altra epoca, ritrovando - attraverso un accurato lavoro di montaggio e di preziosi repertori - quell’atmosfera e quel fermento culturale in cui l’Italia è sbocciata, cambiata, maturata. Lizzani non è solo un cineasta, è un ponte tra il vecchio e il nuovo, tra il neorealismo e la sperimentazione di genere, è l’occhio attento di un documentarista che si serve del cinema per “documentare” prima di tutto, per conoscere il mondo, poi. Lizzani è un operatore culturale che si circonda di giovani per rinnovare il festival di Venezia, un cineclubbista che si forma al Cineguf e poi prende il posto di Truffaut nella Federazione mondiale dei Cineclub. Un’anima duplice che oscilla tutta la vita tra la politica e il cinema compenetrando sempre le due cose, pur nella scelta sofferta del “racconto” a discapito dell’azione. Un uomo di sinistra che fa della tolleranza la sua più grande qualità e non ha paura di condannare lo stalinismo né di riconoscere nel fascismo l’iniziale spinta innovatrice; uno studioso, un critico, che fissa in alcuni scritti alcune intuizioni essenziali (vedi il saggio su Riso Amaro o Il discorso delle immagini ). Uno sceneggiatore che ricevette la nomination all’Oscar quando ancora non si sapeva cosa fosse una "nomination".
… quello che mi preme che emerga dal mio ritratto su Carlo è il suo eclettismo mai approssimato, il suo amore per il viaggio, la sua sete di cultura e conoscenza, la sua iperattività , la sua energia, la sua giovinezza interiore in continua evoluzione, il tutto supportato da una conoscenza profonda della storia del nostro paese.
Francesca Del Sette