Intervista al regista Max Chicco sul film "Saddam"
Come è nata l'idea per la realizzazione del film "Saddam"?
Max Chicco: La storia è nata guardando un programma televisivo sulla rete americana
Fox. Il programma raccontava la storia di alcuni marine durante la Guerra del Golfo. Ho pensato che sarebbe stato interessante raccontare la storia di due marine di guardia alla cella nella quale era rinchiuso il dittatore Saddam Hussein, poi ho pensato a due italiani, a due contractors.
Così è nato il film "
Saddam". Un mese per scriverlo, tre settimane di pre-produzione, quattro settimane di ripresa e tre mesi di post-produzione.
Che messaggio ha voluto trasmettere e cosa ha cercato di rappresentare nel film?
Max Chicco: Non credere mai a quello che ti fanno vedere! Dalla tragedia delle Twin Towwers alla prima Guerra del Golfo fino ad oggi, pensare a tutto quello che ci hanno fatto credere per poi scoprire che la maggior parte delle notizie erano false….il mio film trasporta lo spettatore all’interno delle prigioni di Abu Ghraib dove è rinchiuso un prigioniero eccellente. Due contractors italiani hanno il compito di fare la guardia. Sanno che all’interno della cella 51/A molto probabilmente è rinchiuso il dittatore iracheno, per questo uno dei due pensa di entrare all’interno e fare una foto per poi venderla ai giornali….nel film sono sviluppati grandi temi: la guerra, la comunicazione, il sensazionalismo mediatico…
Chi è veramente "Saddam"?
Max Chicco: Nel mio film, "Saddam" è l’interesse morboso che tutti noi abbiamo quando capita un evento scioccante: pensate ad un omicidio, un suicidio, una guerra…Il potere mediatico della televisione è incredibile, potente, non controllabile. In questi giorni stiamo vivendo l’angoscia dell’omicidio della povera ragazza di Garlasco: notizie inventate, scoop giornalistici al limite della demenzialità. Il mio film racconta proprio questo: ho voluto spingere lo spettatore in una sorta di viaggio catartico per seguire la vicenda di due uomini (uno buono e l’altro cattivo) che combattono ognuno una loro guerra privata: sopravvivere al turno di guardia e cercare di realizzare uno scoop per andare in televisione! Quanto varrebbe una foto del grande dittatore in mutande?
Cosa ha privilegiato nell'immagine e nel montaggio del film?
Max Chicco: Nonostante il film sia un’opera indipendente, quindi avevamo a disposizione pochi soldi, ho voluto realizzarlo senza tralasciare nulla: la fotografia curata da Mladen Matula (videoclip di Elio e le Storie tese, Litfiba, Fame Chimica) ha reso bene l’atmosfera da incubo del film, la scenografia curata da Giorgio Barullo ha reso bene il luogo. Ma non solo. Ho voluto impiegare l’uso del carrello e della steadicam per dare un ritmo giusto a una storia che in effetti si svolge per il novanta percento davanti ad una porta. Sono molto contento e soddisfatto della buona riuscita, ho assistito a molte proiezioni del film e vedevo che il pubblico ha recepito ciò che desideravo raccontare.
Come ha scelto il cast di "Saddam"?
Max Chicco: Il cast del film secondo me è il fiore all’occhiello: non ho voluto star nostrane ma attori che potessero impersonare bene i due personaggi. Attori veri, sanguigni! Riccardo Leto e Mauro Stante (due attori professionisti ndr) hanno saputo ben impersonare lo spirito dei due personaggi che avevo in mente. Riccardo Leto con il suo volto aguzzo ha saputo far vivere il personaggio di Antonio Lorusso in modo eccellente. Nonostante Riccardo desideri fare l’attore in commedie, in questo ruolo molto tragico è riuscito a dare vita a un personaggio sfaccettato, duro, realistico. Mauro Stante, invece, l’ho scelto perché secondo me lui è veramente Mauro Loiacono: un ragazzo semplice che ha scelto di imbarcarsi in questa avventura per guadagnare soldi per andare a vivere con la sua ragazza Anna. La difficoltà d’interpretare questo film è stato che i due attori non sapevano la fine della storia. Il finale è una totale sorpresa: Antonio Lorusso aprirà la porta della cella e scoprirà un segreto. Ho amato stare in sala e vedere le reazioni del pubblico durante il finale: quello era il vero spettacolo!
Ci può raccontare qualche curiosità sulle riprese del film?
Max Chicco: "
Quando i produttori a Hollywood ti chiamano per partecipare a un film, ti devi mettere in testa che anche se avrai da recitare una sola parola, fare un singolo gesto, l’approccio al tuo personaggio deve essere totale. Se non credi in quello che stai facendo il pubblico se ne accorge e la magia del cinema svanisce" questo intervento di Frank Adonis, attore italo-americano di molti film di Martin Scorse e Abel Ferrara, fà comprendere come il Cinema americano, quello con la C maiuscola, è a un così alto livello qualitativo. Ricordo la prima volta che ho assistito alla proiezione del film "
Casinò": in pochi minuti Scorsese ci fa capire l’essenza della mafia italo-amiercana a Las Vegas negli anni Settanta. Le espressioni ruvide dei protagonisti, le azioni dei comprimari che davano alla pellicola quella realtà che pochi film danno, i movimenti e gli sguardi dei caratteristi, tra la moltitudine quella in primis di Frank Adonis, al secolo Francesco Scioscia, italo-americano di Brooklyn (lui lo precisa sempre ndr), ex guardia spalle di Jerry Lewis nel periodo del "
Rat-Pack" (Frank Sinatra, Dean Martin, Sammy Davis Jr., Peter Lawford e Joey Bishop) a Las Vegas, inventore del serial "
Beretta" e sceneggiatore di molti episodi di "
Kojack", conosciuto in un pub malfamato di Hell’s Kitchen mentre stavo girando un documentario a New York, grande cultore del cinema mobster, perché lui nell’animo un po’ mobster si sente. Il mio desiderio di averlo nel mio primo film era cosi grande che gli proposi una parte secondaria ma importante. Il suo arrivo sul set di "
Saddam", dopo un volo transoceanico di nove ore, è stato un momento che ricorderò per sempre. Questo gigante dallo sguardo truce ma dal cuore tenero (alcuni a New York lo definiscono così ndr) mi si avvicina, mi guarda, serio, si rivolge con un’occhiata severa verso i componenti della troupe silenziosi, io seguo il suo sguardo e penso che qualcuno del mio staff ha fatto o detto qualcosa di sbagliato, Luca Dematteis (uno dei produttori esecutivi del film ndr) mi rassicura del contrario, allora Frank si volta verso di me. Io sudo, lo saluto balbettando, gli presento i due attori protagonisti Mauro Stante e Riccardo Leto. Gli piaceranno? Gli piacerà la troupe e il set? Improvvisamente inizia con Mauro e Riccardo a parlare in uno stretto barese che nessuno comprende….il grande mobster si sentiva veramente a casa…anche questo è cinema!
"Saddam" è un film indipendente. Cosa significa fare cinema di questo tipo oggi in Italia?
Max Chicco: Oggigiorno fare un film indipendente in Italia significa realizzare un’opera produttiva che avrà moltissime difficoltà ad essere distribuito . La distribuzione è in mano alle grandi major, non esiste alcuna possibilità di trovare qualcuno che investa sul tuo film, anche se finito e pronto per la sala. L’unico cosa da fare è quella di cercare i singoli cinema, i singoli proprietari di sale e proporre il tuo film. Un lavoro spasmodico. Girare il film è il venti per cento del lavoro, il restante ottanta è trovare le sale prima e una distribuzione home-video dopo. Non parliamo della vendita televisiva…
Come è avvenuta la distribuzione della pellicola in sala?
Max Chicco: Sala per sale per sala….un lavoro certosino che ho fatto assieme al co-produttore Luca Dematteis senza il cui auto non sarei riuscito a fare nulla. Il film è uscito in dieci sale, tra cui Torino e Firenze, un vero miracolo. Qualche passaggio televisivo su
Coming Soon e telegiornali locali, Poi al mercato di Cannes abbiamo trovato la
Millennium Storm che lo ha fatto uscire in DVD a livello nazionale. Un lavoro eccellente. Via web si può ancora acquistare nei più importanti siti on line.
Come crede si possa migliorare la distribuzione delle pellicole italiane in sala?
Max Chicco: Finché ci sarà un duopolio
Medusa vs
Rai Cinema -
01 Distribution non si potrà pensare a nessun mercato alternativo: in Italia non esiste un mercato del cinema.
Come considera il panorama cinematografico italiano attuale?
Max Chicco: Ci sono dei bravi giovani registi molto interessanti come Andrea Molaioli e Davide Marengo. Ho visto i loro film e mi sono piaciuti. L’unica pecca è che si vede che sono film italiani, questo potrebbe significare nulla, ma quando poi ti devi scontrare in un mercato globale allora può essere un elemento a sfavore. Sono film che rischiano poco. Bisogna cercare di fare film più “internazionali” possibili, vedi ad esempio Kassovitz con "
Fiumi di Porpora". Raccontare le nostre storie ma in modo che il pubblico globale possa riconoscersi. Bisogna sempre crederci in quello che si fa, io sono sempre in prima linea e ci credo….
24/09/2007, 00:06
Simone Pinchiorri