Note di regia del film "Una Notte"
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Una Notte” è il mio primo lungometraggio. Prima di questo avevo avuto l’illusione di poter esordire con un altro film ma non se ne è fatto nulla.
Dopo poco decisi di iniziare un nuovo film. Una storia mi aveva entusiasmato. Con Salvatore Sansone, un mio caro amico, scrivemmo la sceneggiatura del film quasi di getto senza pensare troppo alla forma ma trascinati esclusivamente dall’entusiasmo. Mentre scrivevamo, pensavamo a chi potesse interpretare quel ruolo, e, una volta definito, chiamavamo gli attori con il loro vero nome e adattavamo il personaggio su quella persona. A un certo punto ci siamo ritrovati con un gruppo di attori-amici e ogni attore ha deciso di interpretare quel ruolo nonostante non avessimo ancora la produzione.
Alla fine della stesura, mi sono trovato a Napoli alla ricerca di qualche fondo per partire e, grazie alla
Film Commission Regione Campania e all’apporto della mia famiglia, sono riuscito ad iniziare il 18 settembre 2006 le riprese che sono durate 4 settimane. Per essere precisi abbiamo girato sempre di notte per 20 giorni perchè lavoravamo dal lunedì al venerdì, per sette ore di continuato.
Prima di iniziare questa esperienza pensavo che fare un film fosse qualcosa di preconfezionato e che tutto ciò che appuntavo, vedevo, sentivo l’avrei messo in atto: invece mi sono reso conto che si corre dietro al tempo, alla pellicola che finisce e al denaro che va via. Quindi mi sono lasciato trasportare dall’istinto più che dalla ragione e ho trovato negli attori più che delle marionette da dirigere, degli ottimi complici per portare a casa un buon lavoro. Non ho voluto che fossero legati a dei metodi accademici, ma che restassero loro stessi nel ruolo, e non creassero un personaggio che non gli assomigliasse affatto.
Con il direttore della fotografia abbiamo fatto dei provini in digitale e con la pellicola. Senza pensarci troppo ho scelto di girare in pellicola perché il risultato di questi test mi aveva convinto che quel supporto era il migliore per raccontare la notte che io stavo immaginando.
Girare in pellicola ti porta ad essere più scrupoloso e deciso nelle tue scelte. È un supporto costoso e soprattutto in una produzione povera non puoi permetterti di caricare il budget con ulteriori costi. Quindi ho cercato di ridurre al minimo i ciak e concentrarmi più nella preparazione e nelle prove.
Ho dato molta importanza alla fonica; infatti il film è tutto in presa diretta. A volte una buona fonica è più importante di una buona fotografia in quanto la fotografia si può correggere, il suono devi doppiarlo e quindi rischi che il film risulti artificioso e poco credibile. Un suono reale ti riporta una storia che sembra realmente accaduta. È come se tutto quello che vedi realmente esistesse.
Mi interessava essere funzionale alla storia anche dal punto di vista del linguaggio tecnico adottato; pochi movimenti di macchina, piccoli carrelli e niente di più.
Toni D'Angelo