Note di regia del film "7/8"
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La demenza è rara nei singoli, ma è la regola nei Gruppi, nei Partiti, nelle Epoche".
(F.Nietzsche ,"
Al di là del bene e del male")
Opinioni o appartenenze ad etnie, gruppi religiosi o ideologie sono materia di scontro spesso amplificato dai Media. Le forme d’espressione - musica, letteratura e così via - possono costituire una minaccia in epoche di Totalitarismo: chi rappresenta il Pericolo è soprattutto chi invita a pensare. Gli "ismi" proibivano - e talvolta lo fanno ancora - persino l’ascolto non solo di scomode parole ma anche di scomode note: c’è chi riferendosi alla musica la definisce "oppio dei popoli". Nel nostro Paese queste limitazioni si sono verificate soprattutto durante il Fascismo. Non si è arrivati ai roghi di libri berlinesi ma molti intellettuali e artisti erano poco graditi al Regime: in questo quadro anche il pentagramma
subì qualche censura; il jazz, "veicolo d’esotismo" e minaccia per l’italica melodia, non era tollerato: quando l’alleanza con la Germania si fece più stretta ciò che proveniva dagli Stati Uniti era deriso dalla cultura di regime; alcune disposizioni restrittive ne limitavano le possibilità d’esecuzione in pubblico. In questa storia la situazione viene esasperata per favorire la riflessione. I musicisti protagonisti di questa vicenda sono il triste capro espiatorio di ciò a cui l'intolleranza di OGNI tipo può condurre. Il sonno collettivo della Ragione genera il mostro del clamoroso e troppo frequente - allora come oggi - errore giudiziario, ma non solo: anche un cieco non vedere che dovrebbe invitare a riflettere in silenzio chi di rumore (e non note) ne fa troppo,amplificato dai troppi mezzi a disposizione di oggi. La visione di questo film al di là di epoche e contesti rappresentati può suscitare un dibattito sulla vitale importanza della libertà di esprimere, ma in maniera pulita e corretta come allora, le proprie aspirazioni irrinunciabili, le proprie Passioni, le proprie Idee. Senza mai mancare di rispetto a quelle degli altri,qualunque esse siano, evitando la superiorità,la derisione,la discriminazione ottusa, e ogni possibile e amplificata forma di chiusura mentale, amplificata da una apertura mediatica. In nome e memoria delle sofferte, pulite, piccole e silenziose idee che altri hanno pagato caro per esprimere,attraverso ogni forma di comunicazione, arte e linguaggio, il cui solo contenuto è in realtà l' unica cosa che conta, al di là di tecnologie ed ideologie.
Stefano Landini