Note di regia del documentario "Lo Stato di Eccezione.
Processo per Monte Sole 62 Anni Dopo"
Ho realizzato un film sulla riapertura del processo alla strage di Monte Sole partendo da una necessità profonda: fissare testimonianze fondamentali, che sarebbero altrimenti andate perdute, di sopravvissuti al massacro e familiari delle vittime, alcuni dei quali ascoltati per la prima volta dopo 62 anni dai tragici fatti.
A partire dal 28 settembre 2006, un impulso immediato mi ha portato, insieme a Loris Lepri, nel giro di 2 giorni, a riunire una troupe ridotta di professionisti dell’audiovisivo e a partire alla volta del tribunale militare di La Spezia senza nessun tipo di garanzia economica, anticipando i soldi per i viaggi, le paghe degli operatori, il vitto, l’alloggio e il materiale tecnico. Non c’è stato, quindi, il tempo materiale di preoccuparsi dei finanziamenti istituzionali, a cui abbiamo pensato solo in un secondo momento. Il sostegno è poi venuto da parte di enti quali il Comitato Regionale per le Onoranze ai caduti di Marzabotto, la Regione Emilia-Romagna, la Provincia di Bologna, gli stessi Comuni di Marzabotto, Monzuno e Grizzana Morandi, l’Associazione Familiari delle Vittime delle stragi nazifasciste di Monte Sole, la Cineteca del Comune di Bologna.
Da subito certi di contribuire, attraverso il mezzo audiovisivo, ad un servizio oltre che di pubblica utilità e cultura, anche di educazione alla memoria. Convinti che 62 anni di ritardo e occultamento fossero troppi e che parlare, ascoltare e fare autocritica sia necessario fondamento di un nuovo modo di guardare e intendere la società e il paese in cui viviamo.
Per motivi di budget ho girato in digitale, ma il mio approccio al lavoro è stato fin dall’inizio di natura cinematografica.
Il 13 Gennaio 2007, con l’arrivo della sentenza di primo grado, si concludono i 4 mesi di riprese e inizia la fase di montaggio del film. Ci ritroviamo con più di 100 ore di girato e con la crescente convinzione di avere fra le mani materiale di potenza e valore enormi.
Seguono 6 mesi intensi di un lavoro scrupoloso e in sala di montaggio.
Mi ricordo mattinate intere trascorse da solo davanti al monitor a ripercorrere il processo con le sue testimonianze laceranti, rivivendo racconti da cui sapevo di dover trovare il giusto e difficile distacco per poterli riproporre senza retorica.
Loris Lepri e
Germano Maccioni