Fondazione Fare Cinema
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Note di regia del documentario "Deep Transition"


Note di regia del documentario
Raccontare: compito impegnativo quant’altri mai.
Raccontare un paese, paese nuovo, paese novità, paese sorpresa di cui le cronache “orientate” dei mille gazzettieri interessati (interessanti quasi mai, pennivendoli quanti sono al servizio del notizionismo omnicomprensivo ) ci hanno spesso presentato un ritratto miserevole e parziale.
Raccontare il volto, l’atmosfera, il puzzo di sudore della gente che vive e che deve muovere il culo per vivere e sopravvivere: compito immane, da far tremare le vene, da far bruciare gli occhi nello sforzo di osservare una realtà immaginata, forse, appresa capita...carpita certamente no, o meglio certamente non ancora, non a quel primo sguardo ansioso che allo sbarco non riesce ad abbracciare tutto il visibile, il godibile il conoscibile e che vorrebbe invece tutto conoscere, godere, immagazzinare.
Raccontare senza lasciarsi prendere dalla frenesia delle immagini inconsuete e pure già previste dentro di noi che ce le portiamo dietro dall’infanzia e dai ricordi del vivere quotidiano.
Raccontare con immensa pazienza, con calma, con grande rispetto delle immagini che vorrebbero probabilmente rovinarci addosso con la loro bellezza rutilante, che vorrebbero sommergerci di suoni, di colori, di domande inespresse.
Immagini bloccate, abbacinate di luce e di silenzi, immagini ferme, attente, desiderose di mostrare quello che c'è dentro il paesaggio, dietro l'inquadratura, sui volti , negli occhi e aldilà dei sorrisi. Trovare una tale consapevolezza in chi si affaccia da così poco tempo sul terrorizzante baratro del racconto per immagini è, a dir poco, straordinario. E fa bene al cuore
.

Queste righe scritte da Sergio Spina rispecchiano pienamente il nostro pensiero ed il nostro metodo di fare cinema per questo le consideriamo parte fondamentale del nostro percorso.

Gabriele Pedone ed Ervis Eshja