Note di produzione del film "Italian Dream"
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Italian Dream" immerge in una realtà culturale definita - quella italiana, tutta mass-media, rumore e patacche colorate - il senso dell’assurdo che pervade la nostra esistenza.
Il sogno di Antonio è una fucina di illusioni con cui il nostro keatoniano personaggio cerca di puntellare il suo inesorabile deragliamento verso una fine tragicomica. Antonio non vuole vedere e vive di sogni (tutti noi non vediamo e viviamo di sogni?). Gli orientali direbbero che così ci si dispone al ciclo crudele delle re-incarnazioni e si va provvisori, precari, leggeri, come un tappo di sughero che galleggia su un ignoto mare oscuro. Antonio è un ignaro campione di questo vivacchiare che si alimenta con ostinazione del meraviglioso che un giorno arriverà e darà finalmente senso all’esistenza. Ed è, a suo modo, afflitto dal male del secolo: il narcisismo. Un piccolo, buffo, delizioso narciso nullatenente che inciampa in continuazione nello sforzo di esporsi alla luce del sole.
Raniero, il suo avversario, è invece un narciso ricco. Un uomo di potere che crede di guidare gli eventi come vuole, sicuro di plasmare la realtà a suo gusto e piacere.
Le donne nel film sono un contraltare pragmatico di questo smarrimento. Loro vanno avanti diritte, estraendo dal caos della vita il senso del loro obiettivo, altrettanto illusorio anche quando riesce a compiersi – ma comunque alla fine molto più concreto, immediatamente tangibile.
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Italian Dream>I" prova ad esprimere un’idea di cinema che non si limita a “sbobinare le chiacchiere del mondo”, come spesso tende a fare il cinema italiano, ma cerca uno sguardo personale (fantastico, ironico, in qualche modo "leggero") sull’abbaglio della nostra esistenza.