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Intervista a Rosalinda Celentano, madrina della
5. Edizione del "Magna Grecia Film Festival"


Intervista a Rosalinda Celentano, madrina della 5. Edizione del
Rosalinda Celentano
Con il suo Satana della “Passione di Cristo” di Mel Gibson, ha dato dimostrazione di come oggi sia ancora possibile comunicare e trasmettere emozioni mediante lo sguardo. Che tipo di lavoro č stato fatto per raggiungere quell’intensitŕ?
Rosalinda Celentano: Confesso che il ruolo di Satana non era presente nella sceneggiatura originale ma Gibson, dopo aver visto una mia foto ha voluto riscriverla per inserire il mio personaggio. A quel punto ho accettato, dichiarando di voler lavorare gratis. L’ho fatto per cinque splendidi mesi e confesso che al momento del provino in aramaico, non avevo ancora capito di che genere di esperienza sarebbe stata. Mi č stato chiesto di tagliare le sopracciglia e forse questo ha incrementato l’intensitŕ dello sguardo. Sono felice per i complimenti che continuo a ricevere, ma il merito č soprattutto di un genio come Mel Gibson, grande attore, formidabile regista.

Artista poliedrica, si interessa di pittura e scultura, e anche nel cinema ha dimostrato di essere capace di provarsi in ruoli completamente diversi. C’č qualcuno a cui č particolarmente affezionata?
Rosalinda Celentano: Confesso che la “Passione di Cristo” č stata un’esperienza cosě estrema che ha segnato una forte impronta nella mia anima. Sono un’autrice atipica, che ama l’arte come l’amore e l’amore come arte. Nei miei quadri ho invertito la bocca con gli occhi e viceversa e non ho un’idea ordinata del cinema nella mia testa. Il ruolo donatomi da Gibson rimane forse il piů importante per la durezza e per tutta una serie di eventi che ne hanno fatto da sfondo.

Madrina della 5. Edizione del “Magna Graecia Film Festival”, che ricordi ha dei suoi esordi al cinema, da piccolissima con “Yuppi Du” e da piů adulta con “Treno di Panna”?
Rosalinda Celentano: Della primissima volta ricordo solo un aneddoto. Ogni volta che il regista gridava “azione”, io puntualmente gridavo “stop”. Mio padre allora cercava di farmi capire che ogni volta che dicevo “stop” i soldini scalavano, ma all’epoca mi divertivo cosě, e forse giŕ li si intravedeva un lato del mio carattere. Per il resto, delle mie prime volte sul set ricordo davvero poco.

E’ stata una delle protagoniste de “Il Nostro Messia” del debuttante Serughetti, in cui si parla della difficoltŕ di fare cinema in Italia. Cosa ne pensa?
Rosalinda Celentano: Credo che in questo momento in Italia stia avvenendo un vero genocidio culturale. E’ totalmente il desiderio culturale di andare oltre il semplice sguardo perché la novitŕ fa paura. Penso seriamente che o prima o dopo andrň via, perché qui non riesco a trovarmi bene. No ho il computer per scelta e il primo cellulare l’ho comprato solo tre anni fa, ma forse in questo sono un po’ troppo “estremista” io. Ma se č vero che oggi, accendendo una tv , una ragazzina si ritrovi incinta, visti i messaggi che continuano a passare, a quel punto scusate, ma io scappo!

22/07/2008, 16:57

Antonio Capellupo