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Intervista all'attore Rocco Papaleo


Intervista all'attore Rocco Papaleo
L'attore Rocco Papaleo
Lucano di origine, si è trovato negli anni a collaborare più volte col fiorentino Pieraccioni, e con i livornesi Virzì e Barresi. La Toscana è quasi una sua seconda casa vero?
Rocco Papaleo: Diciamo che tendo ad avere legami con chi me li propone e sento la curiosità per le altre culture. Non mi sento circoscritto alla mia terra, anche se il mio background rappresenta un patrimonio a cui non posso rinunciare. E’ un po’ un caso quello della Toscana, giustificato forse dal fatto che in una terra di commedia, la mia formazione attoriale è gettonata da quel tipo di cinema.

Assieme all’amico Alessandro Haber avete lanciato il progetto “Tigri di Carta”, primo “serial-movie” sul web. Anche il cinema è destinato a vivere grazie al web?
Rocco Papaleo: Il futuro è nella rete e in parte nella frammentazione del mercato .Tutti i supporti e le occasioni possono rappresentare una sperimentazione per nuovi linguaggi e per convertire la nostra attività. Bisogna stare attenti a quello che succede dal punto di vista tecnologico e “Tigri di Carta” si inserisce in questa mia tendenza di non mancare agli appuntamenti con la storia.

Sussurri Rapidi” e “Scoppio d’Amore” sono solo due degli spettacoli teatrali a cui ha preso parte. In “Non c’è più Niente da Fare” di Barresi si racconta una messa in scena teatrale e il regista stesso ammette di non poter vivere senza teatro. Lei come la vede?
Rocco Papaleo: Il rapporto con il teatro rappresenta l’essenza stessa della mia professione. Le tavole del palcoscenico sono il luogo adeguato per quello che intendo per recitare e raccontare la poesia.

Dietro alla maschera comica se ne nasconde una malinconica, tipica dell’atmosfera americana del jazz. Cosa rappresenta per lei la musica e il jazz in particolare?
Rocco Papaleo: Come tutti sono composto da più sfaccettature e riesco a vivere emozioni diverse. Il mio desiderio sarebbe quello di raggiungere quella leggerezza intesa alla maniera calviniana e cioè riuscire a togliere un po’ di peso al mondo. Di sicuro una dura missione.

22/07/2008, 17:05

Antonio Capellupo