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Festival di Locarno 2008: report 10 agosto
/ Anche Moratti e Chivu al festival


Festival di Locarno 2008: report 10 agosto / Anche Moratti e Chivu al festival
Massimo Moratti al festival di Locarno
Cari lettori di CinemaItaliano,
ringrazio il gentile Luca per avermi introdotta e comincio subito con la mia prima giornata di festival. Giornata che si prospetta intensa e ricca di cortometraggi: per la Competizione Internazionale assisto alla proiezione di Babin del giapponese Isamu Hirabayashi, Camille e Mariuccia di Samuele Romano, Cuilos (Paz Fabrega) e Ciobanul Zburator (The Flying Shepherd) del rumeno Catalin Musat. Il primo è un'opera quasi teatrale, con una foresta a fare da palcoscenico, e un bizzarro uomo-albero letteralmente 'piantato' nel terreno e visibile soltanto dalla vita in su (proprio la sua posizione mi ha ricordato un'opera di Beckett vista a teatro anni fa, Happy Days, in cui la protagonista sbucava dal pavimento inneggiando al suo spazzolino da denti): opera genuina, divertente e commovente insieme. Quello dell'italiano Samuele Romano è un corto riflessivo, un viaggio il cui fine è l'identificazione di un cadavere – quello della moglie di uno dei protagonisti – durante il quale succede di tutto, o forse nulla che sia davvero degno di nota, ma che porta i due personaggi ad aprirsi uno all'altro. Sufficienza stiracchiata per gli ultimi due, dei quali ho apprezzato soprattutto la fotografia.
Per la sezione Play Forward ho potuto assistere alla proiezione di Anorexia. Storia di un'immagine di Leandro Manuel Emede, video che accompagna e descrive la recente polemica suscitata dalla campagna pubblicitaria raffigurante Isabel, una ragazza anoressica, scattata dal fotografo Oliviero Toscani. Quest'ultimo non era presente in sala, ma la protagonista c'era e ha dato un messaggio di speranza a chiunque abbia la sfortuna di conoscere da vicino questa malattia (raccontando di aver raggiunto i trentasette chili di peso… dopo essere arrivata a un minimo di venticinque mi sembra un bel traguardo, no?!). 18 Beautiful Women di Lina Bertucci è un filmato in cui compaiono, appunto, diciotto donne, tutte vistosamente tatuate. Plan Iode è un noiosissimo loop visivo e musicale girato all'interno di una farmacia francese, dove è prodotto un medicinale a base di cloruro di potassio, da somministrare a donne e bambini in caso di attacco nucleare. Il claustrofobico (effetto accentuato dall'uso del grandangolo) e un po' prolisso Boca de Tabla di Teresa Serrano è di ispirazione letteraria; grafico e breve è invece il video di Debra Werblud, Il ciclope. Chiude il ciclo Wart. La bellezza della tragedia del già citato Emede: qui le più grandi tragedie della storia dell'umanità sono associate ad altrettante opere pittoriche in un crescendo di orrore e senso del sublime di sapore romantico (a questo proposito si veda quel gran genio di Edmund Burke, millesettecentoequalcosa).

Il mio primo lungometraggio del Festival è Petites historias das crianças di Scamoni, Salvatores e Lazzarini, che descrive il progetto InterCampus portato avanti dalla squadra Internazionale di Milano nelle aree più povere del mondo. Il presidente Massimo Moratti è in sala con il giocatore Chivu, entrambi vittime dei flash dei fotografi.

Chiude la giornata l'anteprima di Lezione 21 dello scrittore Alessandro Baricco, storia del visionario professor Killroy e della sua lezione più famosa, dedicata alla genesi della Nona sinfonia di Beethoven. Iniziato in modo piuttosto brillante, alla fine diventa un po' troppo melenso e forzato, costringendomi a pensare agli ultimi film di Benigni (achtung: questo non è un complimento!).
Per oggi è tutto, a domani con la sesta giornata di Festival...

11/08/2008, 14:00

Simona Dalla Valle