Note di regia del film "Puccini e la Fanciulla"
Giacomo Puccini (1858-1924) è considerato uno dei più grandi maestri della musica di tutti i tempi. Attraverso le sue composizioni, egli ha saputo comunicare la complessità dei fermenti artistici e culturali che hanno segnato il passaggio dal XIX al XX secolo. Ed è in un angolo toscano di straordinaria bellezza naturale, un lembo di terra tra le acque lacustri e quelle marine, Torre del Lago, che il cinema ha potuto ricostruire l’incanto e il mistero della creazione musicale pucciniana, con l’intento di fare luce su uno degli episodi più oscuri della biografia del Maestro: il dramma di Doria Manfredi, la sua giovane cameriera morta suicida nel gennaio del 1909.
Il film ha una sua particolarità: non vi sono dialoghi. Le uniche voci del film leggono, fuori campo, lettere che i personaggi della vicenda si scrivono durante l’evolversi del dramma.
La scelta del “muto” nella costruzione drammaturgica del racconto, nasce da motivi di carattere etico ed estetico. Ci è sembrato che la scelta del “muto” fosse l’unico procedimento espressivo per raggiungere quel “cinema puro”, in grado di esprimere concetti ed emozioni attraverso il solo fluire di immagini e suoni. Un film costruito sul dialogo continuo e aperto tra il divenire dell’espressione cinematografica e quella musicale, fino al fondersi dei due linguaggi.
Paola Baroni e
Paolo Benvenuti