Mostra di Venezia 2008: report 2 settembre / I misteri
di Roma (incursione sulle retrospettive)
I MISTERI DI ROMA
65esima MOSTRA DEL CINEMA D'ARTE CINEMATOGRAFICA
Lido di Venezia, 2 settembre
Oggi alla Sala Volpi è stata presentata, all'interno della retrospettiva sul cinema italiano Questi Fantasmi – Cinema italiano ritrovato (1946/1975), una vera “chicca”, davvero una piccola perla del cinema neorealista: I misteri di Roma, di Cesare Zavattini.
Il progetto della retrospettiva è stato realizzato dalla Mostra in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale con il sostegno del Ministero per i Beni e le attività culturali ed è curato da Tatti Sanguineti e Sergio Toffetti.
Si tratta di un'idea volta soprattutto alla riflessione su momenti storici e sociali italiani attraverso la visione di opere cinematografiche incentrate sulle storie dell'Italia del dopoguerra, dei cambiamenti, delle contraddizioni sociali e dei primi sviluppi economico industriali.
Possiamo parlare di film documentario, meglio ancora di film inchiesta, realizzato da un serie di allora giovani registi (di cui ben tre presenti oggi in sala: Giulio Macchi, Beppe Ferrara e Luigi di Gianni) sotto la direzione di Zavattini.
Si indaga in particolare sugli aspetti sociali più nascosti della vita nella capitale, dai parti che all'epoca avvenivano in casa, agli sfruttamenti degli operai da parte dei padroni, alla prostituzione, ai poveri bambini mutilati (i “mutilatini”) a causa delle mine lasciate dalle guerre appena concluse, ai ragazzi che amoreggiano in villa Borghese.
Progettato da Zavattini nel ' 72, I misteri di Roma è l'affresco di una città diversa da quella borghese e, talvolta, malata di Fellini e da quella dell'Accatone di Pasolini, ed è infatti un film che trova nuovi scenari narrativi nella gente più umile di Roma e dintorni.
I misteri di Roma si inserisce nel periodo in cui si comincia a intravedere la nascita del cinema verità e della televisione e si ha meno paura di affrontare il mondo proibito, quello di un certo sottobosco socioculturale. Il cinema in quel periodo si avvia a lasciare spazio anche ad altri tipi di ricerca e alla televisione, una tv diversa da quella dei format che siamo abituati a vedere oggi, quella dei programmi pieni di poesia, romanticismo e improvvisazione.
L'opera è un lavoro di montaggio di pezzi di vari registi - tra cui quelli sopra citati - e supervisionati dal maestro Zavattini.
I temi affrontati sono ancora molto attuali: carenza di lavoro, sfruttamento, prostituzione, disparità sociale e ricordano da vicino momenti che oggi vivono anche molti immigrati nel nostro Paese.
Che non sia cambiata poi molto l'Italia?
02/09/2008, 19:50
Claudia Verardi