Note di regia del documentario "Chris & Don. A Love Story"
Nel fare un documentario è importante un rapporto di fiducia con il soggetto, con le persone che partecipano al lavoro. Con Bachardy il fatto di aver instaurato un'amicizia ci ha sicuramente aiutati perché il film è Don Bachardy. È lui a narrare la sua storia, la sua relazione con Isherwood. E anche le difficoltà che questa comportava, come quando, appena ventenne, doveva ancora trovare la sua vocazione di artista. Si è dato interamente al film e se il documentario ha dei momenti emozionanti è perché Don è stato estremamente generoso con noi e non ha mai cercato di evitare le domande, anche indiscrete, che gli abbiamo rivolto. Credo che il film - per quanto sia comunque un documentario d'amore - non sia sentimentale, non vuole essere un testamento sdolcinato. È anzi abbastanza onesto nell'affrontare gli alti e i bassi di un rapporto che in realtà è come tutte le altre relazioni affettive, al di là dell'orientamento delle persone, uomodonna, donna-donna o uomo-uomo.
Guido Santi e
Tina Mascara